giovedì 30 dicembre 2010

il coniglio nero e la tenda rossa

Musica - the new pornographers - sweet talk, sweet talk (ascolta dopo aver letto, ma ascolta)
Fotografia - gp - sony A100 f 5.6 t 1/60





C'è una gara di salto per conigli. A Copenaghen. L'ho sempre saputo che al nord sono più avanti, più verso nord insomma... a breve inizierò l'allenamento. Cercasi allenatore ovviamente. Nel frattempo mi esercito nello stare su due zampe e allungarmi bene...si comincia sempre con lo stretching del resto.

Lo faccio per un fine molto pratico: cercare di far sbottonare la mia tenda. Voglio imparare a saltare in alto e prenderla senza che se ne accorga, senza che se lo aspetti. Non è per nulla facile perchè se ne sta sempre annodata a se stessa (o sè stessa (non sono mai stato sicuro)) a quasi un metro d'altezza. Non si smuove. Le parlo e mi guarda, fissandomi. Ascolta, sorride, ogni tanto apre la finestra per fumare una sigaretta...che poi voglio dire è la cosa più pericolosa per una tenda. Fumare intendo, non aprire la finestra.
Nel mentre, ad ogni modo, si muove leggermente e di continuo. L'aria di fuori entrando porta con sè un po' di fumo. Profumo. Di sigaretta misto a tenda. Misto a odore di tenda.
Proprio in quei momenti ho nostalgia della mia vecchia casa, non so perchè, ma è così. Vecchi muri, carte da parati consumate, divani sparsi, piastrelle scolorite, pareti stranamente disegnate...e rido! Mi viene sempre da ridere quando sento nell'aria l'odore più buono del mondo. Di quand'ero là. Solo la lo trovavo. Ride anche la tenda e il rosso diventa più rosso. Le ho parlato delle nuvole di cartone che mi piace disegnare e ritagliare per poi appendere alle pareti.
A lei non piacciono le nuvole. Molto di quello che mi interessa e di cui le parlo sembra esserle indifferente.
Le ho promesso allora di portarla a vedere delle nuvole. Ma quelle particolari che si formano solo in Australia. Si sviluppano come dei tubi in orizzontale, dei rulli insomma. Morning Glory le chiamano. Cazzo che bel nome per una nuvola. Morning Glory... se fossi una nuvola, anche solo una di quelle di cartone che ritaglio vorrei quel nome. Anzi me lo scriverei con una penna indelebile a lettere grandi e confuse nel vapore. In rosso.
Poi dall'Australia la vorrei portare in Guatemala, a vedere il lago Izabal. Lì, il 15 di agosto, fanno una grande festa gli aborigeni. Non deve essere male per un coniglio nero e una tenda rossa partecipare ad una cosa del genere. Magari se vinco la gara di salto...ma anche se non la vinco. 50.000 aborigeni, sì cinquantamila aborigeni, che ballano, la notte con la luce riflessa delle stelle nel lago, il caldo tipico del centro america, la pelle sudata dai balli, la musica della terra...
forse piacerebbe pure alla tenda rossa

martedì 28 dicembre 2010

il coniglio nero e la tenda rossa

Musica - stars - dead hearts (ascolta dopo aver letto, ma ascolta)
Fotografia - gp -  DSLR-A100 1. f 5.6 t 1/60 - 2. f 5.6 t 1/40


Oggi ho fatto una passeggiata. Sembra uno dei titoli tipici dei pensierini che davano da scrivere alle elementari durante le vacanze invernali. Allora proviamoci.

Era un po' di tempo che non uscivo. Trasloco, feste, pioggia e la volontà di far poco me lo avevano impedito. La volontà di far poco...puhaa. Finalmente mi sono deciso.
Freddo da fumare con l'alito, nuvole basse, alternate a pezzi di cielo azzurro, all'orizzonte, erba bagnata, aria leggera. Non proprio una splendida giornata... tipicamente invernale del resto. Non c'era nessuno al fiume e l'acqua che pareva fredda avanzava piuttosto lenta. Ho fatto anche qualche foto, così le posso vedere con la tenda rossa.

L'ho conosciuta. Sembra confermare l'impressione che di lei avevo avuto. Nel senso che mi piace proprio e questo credo sia uno svantaggio nel sottile gioco del conoscersi
Sì, sono contento anche se non traspare tanto, ma non è mai semplice con una tenda. Mi sono avvicinato ieri, prima del tramonto. rosso sulle nuvole viola-blu, sopra al sole e all'orizzonte, sopra tutto, il cielo azzurro-blu tipico de l'heure bleu. un tramonto niente male, lo sfondo perfetto per avvicinarmi. Rosso-Blu-Viola-Grigio-Rosso.Il suo rosso, lei. Questa la scala. Ho usato i colori...guardavo fuori in basso, proprio sopra la finestra dietro i rami secchi. ho fissato il rosso. poi mi son spostato un po' più in alto, le nuvole viola-blu prima di passare al cielo. Azzurro-Blu. Azzurro-blu come solo appena dopo il tramonto riesce ad essere. Prima chiaro poco alla volta si trasforma in notte. Nero dappertutto. Prima però per pochi istanti si accende di un blu vivido. Il colpo di coda del giorno.
Mi sono avvicinato ed ho fissato il rosso corposo della sua trama. Proprio in quel momento, non so se sia stata una mia impressione, lei, ha sussultato. Un piccolo impercettibile movimento. Quanto basta per darmi il via.
Le ho parlato, dopo essermi presentato. Forse timida, comunque non molto interessata. Ecco, per questo non sono propriamente entusiasta. Parlavo, parlavo e lei ascoltava senza fare molte domande. Le ho anche proposto di fare due passi, ma mi ha detto che non poteva con una delle solite scuse da tenda. Del tipo "sono stanca stasera, magari un'altra volta". Liquidato così insomma. Ma dimmi che non hai voglia, no? Perchè non dire la verità?

Vedremo nei prossimi giorni.

venerdì 24 dicembre 2010

il coniglio nero e la tenda rossa

Musica - the national - bloodbuzz ohio (ascolta mentre leggi)
Fotografia - gp - EOS450D f 5.6 t 1/50


Stare dritti, fermi per un tempo lungo. lungo quanto gli anni che passano a centinaia in pochi secondi sugli alberi di bambù con i cuccioli di panda appesi sui rami più alti.
fermi a guardare. guardare e vedere, in controluce, il tempo, lo spazio. l'intero, la parte mancante e il principio che li racchiude.

sempre fermo dritto.
poi d'improvviso cambiare posizione. appoggiarsi a terra, con la pancia sul pavimento, di lato con l'orecchio che pende, poi di nuovo a pancia in giù. alzarsi, ri-sdraiarsi su un fianco, stare supini ma continuare a guardare là. di fronte, un po' in alto.
tutto il giorno se ne sta in contro luce e solo la sera per pochi istanti riesco a vederla prima che sparisca fino al mattino dopo.
nel buio dalla mia stanza la cerco e senza gli occhi non posso altro, se non aspettare.

innamorarsi è già difficile. Forse non è nemmeno possibile. non lo so, ma sono certo che mi sono innamorato della tenda rossa. della mia tenda rossa.
io coniglio nero.
come posso innamorarmi di una tenda?
rossa, trama sottile, leggera, portamento elegante, anzi, di classe, slanciata, sorridente, con i fiori, trasparente e sincera, incerta nei movimenti, un po' pigra, annodata alla base, spensierata, snob, a volte un po' troppo tenda, a volte troppo poco, sembra fregarsene dell'intorno-a-lei, selvatica e felice.

questo mi sembra di lei. questo mi piace. se mi sbagliassi...beh probabilmente sarei ugualmente innamorato. magari di più. Mi piace quello che vedo, ma quello che non conosco può attrarmi in maniera diversa, più forte. Così la sento. Chi può dire cosa sia quello che sentiamo per qualcuno.
sì la mia tenda è qualcuno. questo mi basta. mi basta che sia qualcuno distinto da me e che questo qualcuno mi dia. sia e mi dia.

Ah non ci sono rappresaglie da parte dell'amministratore. Siamo vicini a Natale, sarà più buono anche lui. Io intanto mi impongo una tregua.
Questa nuova sistemazione inizia a piacermi, forse un giudizio affrettato?

giovedì 23 dicembre 2010

il coniglio nero e la tenda rossa

Musica - kollektiv turmstrasse - tristesse (ascolta mentre leggi, vedi dopo aver letto)
Fotografia - gp - iphone4 camera



cose che mi piacciono della giornata
1. Il video che ho postato e che dovrete guardare dopo aver letto.



2. La mia stanza pulita. Già, dal trasloco non avevo ancora avuto tanta voglia di dare una sistemata. Oggi invece ho fatto un buon lavoro. doveroso. ho anche scoperto che in bagno c'è una bilancia, non credo funzioni benissimo, ma almeno è carina da vedere, fa ambiente: vagamente spagnoleggiante -per quanto una bilancia possa essere spagnoleggiante- me la immagino a pesare merce che viene dal mare, dall'oceano e che si prepara al caldo spagnolo, torrido. e un bagno fatto alla sera dopo un buon pasto, un po' di musica da lontano. sotto un albero. e l'erba che si muove piano. al vento. caldo e secco. le luci della città -sopra i fili elettrici distesi su un letto blu- accecano un'altalena dai fili neri che si stacca e se ne va dai suoi cardini.



3. La pioggia




4. La -ormai mia- tenda rossa.



cose che non mi piacciono della giornata
1. Il mandarino che vedete in foto. l'ho portato dalla mia vecchia casa con altre piante e un piccolo cuscino con i fiori, che però riporterò perchè stava meglio dov'era. forse. Il mandarino non mi piace perchè sta morendo. Le foglie più basse sono cadute ed ha come una ragnatela attorno al piccolo fusto. Ho tentato un salvataggio, nei prossimi giorni vedremo se avrà sortito effetti.

2. L'amministratore. rompe le palle per la pulizia nei luoghi comuni, l'ordine, il silenzio in orari precisi...un sacco di cazzate insomma. Non so se la strategia giusta sia ignorarlo o dargli fastidio. E' uno di quelli che controlla tutto e per la testa che ha pensa troppo (forse in questo mi assomiglia). domani decido la strategia e accetto consigli.

3. Nient'altro. Questa giornata è in bilancio positivo

mercoledì 22 dicembre 2010

il coniglio nero e la tenda rossa

Musica - sufjan and the national - barcarola (ascolta mentre leggi)
Fotografia - cb - iphone4 camera


era una cena per gli auguri di natale in pratica. Dai vicini intendo, anzi dalle vicine. Simpatiche. Ambiente caldo, un sacco di odori da tanti posti diversi. non ho mangiato praticamente nulla perchè sono arrivato tardi. appena qualche briciola di dolce mentre erano tutti girati. so che è una mancanza di stile soprattutto con sconosciuti, ma avevo fame. tornato a casa mi son rifatto con la mia mezza carota e un po' d'acqua. Però sono affettuose anche se si son prese un po' troppe confidenze, mi han fatto anche... beh vedete la foto.

Finita la serata son salito lentamente. Mi son trasferito al secondo piano e non sono più abituato a fare tante scale. Non ci avete mai pensato? Se solitamente fai anche otto piani di scale al giorni dopo un po' di tempo ti abitui e quegli otto piani li fai abbastanza facilmente, ma se devi fare anche solo qualche scalino in più ti sembra di morire. Non sei allenato. Mi fa pensare questa cosa. Deve avere a che fare con qualcosa che va al di là dell'allenamento. E' una questione mentale. L'idea che della cosa uno si fa. Sì, sì sempre il solito discorso dello iato tra la realtà com'è e la realtà come la percepiamo e già vedo che qualcuno si sta annoiando.
Quindi la smetto. Sono soltanto un coniglio che pensa un po'. troppo. è che qui dal basso le cose le vedi in modo diverso. tutte queste porte con le maniglie così insulsamente alte, pavimenti freddi, materassi morbidi inutilmente staccati da terra... non è tutta rose e fiori qui, vista dal basso. le scritte sulle buche delle lettere io non riesco a metterle a fuoco e il sole a picco a mezzogiorno è l'unico che mi permette di non stare sempre all'ombra che non voglio schiarirmi il pelo e nemmeno spostarmi troppo che i salti mi fanno sudare e fondamentalmente sono pigro. Ma per finta.
Ho poi rivisto la cosa più bella dell'ultimo periodo. Il colore migliore di tutti. L'odore anche. Al tatto...spettacolare, credo perchè non ci sono ancora stato così vicino. Ma, ma spero

martedì 21 dicembre 2010

il coniglio nero e la tenda rossa

Fotografia - gp - DSLR-A100 f 4/5 t1/125
Musica - slut - if I had a heart (ascolta mentre leggi o dopo se vuoi)


In questo periodo è caotico persino andare a pagare una bolletta. Figurarsi fare un trasloco. Però poi ti tocca e a me... è toccato. Mi son trasferito. ieri. e prendi questo e prendi quello, non dimenticare nulla, anche se sai che dimenticherai qualcosa -che poi è bello dimenticare le cose... così impari ad arrangiarti e devi inventare- appena giri l'angolo delle scale. Tra l'altro questo freddo non aiuta per niente, infatti la prima cosa che ho reso con me è stata la pelliccia, che non si sa mai.
arrivato, mi son sistemato e, subito, ho fatto quello che faccio sempre quando vado in un posto nuovo. MANGIO. niente di che, un po' di cereali e una carota -che voglia avrei di un biscotto!!- ma mi piace mangiare. Per me il pasto, l'azione e il contenuto sono ciò che ci fa animali. movimenti mai imparati, ma da sempre perfetti che mi riconciliano con tutto. C'è chi mi dice che non sono divertenti le cene, i pasti, il cibo...vabbeh io sto bene in quei momenti e star bene per me è divertente. Non deve esserlo per tutti, ma però provate a pensarci, quanti momenti avete vissuto mangiando?

dopo cena ho fatto un giro veloce per ambientarmi. mi sembrava di passare tra tante mani, amiche, mani sconosciute, grandi, lunghe, morbide, fragili, nodose senza capire bene chi o cosa stessero facendo. forse sognavo. ma l'odore che più mi piace sono sicuro di averlo annusato e lì ero sveglio. per qualche minuto soltanto. era forte, quasi familiare come con una sciarpa nera al collo. quello non l'ho sognato perchè ho sentito anche la bocca calda e fredda per il ferro.
mi son disteso a letto con la mia coperta, calda come la lana della pecora. pecora, la chiamo.

Di sicuro i nuovi vicini fanno casino. Non so, forse c'era una festa, volevo anche fare un salto, magari imbucarmi e conoscere qualcuno, ma ero stanco. i traslochi stancano.
svegliato bene, al caldo. Oltre ad aver fatto tardi i vicini non devono aver dormito tanto. questa mattina alle sette erano già svegli. io un po' meno, anche perchè mi è sembrato di sentire il mio odore preferito. il solito. strano, ho guardato subito fuori dalla mia stanza, ma nel sonno ho visto solo due calzini grigi, di lana, che veloci sparivano nel buio. con loro anche l'odore.
Che altro...ah già i vicini questa mattina sulle scale mi hanno invitato per cena... domani vi racconterò.

Ho fatto anche un'altro incontro...ma vi dirò meglio anche di questo.

lunedì 13 dicembre 2010

dieci a mezzanotte

Fotografia - enrico doria - portfolio review
Musica - stars - your ex-lover is dead (ascolta mentre leggi) (ascolta dopo aver letto)



Avete ancora pochi giorni, quattro forse cinque. Il terrazzo può andare bene, meglio se fuori città. In campagna, al mare in Turchia o in montagna è l'ideale. Se non avete un terrazzo uscite e assicuratevi una pozione libera di cielo. Mettete la sveglia verso le cinque. Pensate ad una decina di desideri che vorreste realizzati. Non realizzateli, è meglio. Una volta fatto tutto questo alzate il naso piegando il collo all'indietro. Alitate con vigore per fare fumo e sarete diventati dei piccoli camini bio ad impatto...poco o nulla. Quando poi svanirà il vapore perchè avrete finito il fiato e vi girerà un poco la testa per l'iperventilaizone guardate bene il cielo  e vedrete le Geminidi. Le stelle cadenti a dicembre. Poco commerciale - per il fattore congelamento dei piedi - quindi poco pubblicizzato, ma in agosto non ne ho mai viste tante.
Procuratevi poi qualcuno che pestando appena i piedi (disegnando delle traiettorie ellittiche per terra come i pinguini, per scaldarsi) vi parli o meglio si parli della civiltà precolombiana dei Teotihuacan perchè è appena stato al Palazzo delle Esposizioni a Roma. Pensate a quanto sarebbe assolutamente...assolutamente trovarlo lì per un istantanea che prescinda dal tempo a parlare e a girare intorno pestando i piedi per il freddo. Penso sia la cosa che si avvicina di più all'intero. Alla qualità. O a qualche altro concetto a cui qualcuno ha pensato per un sacco di tempo e che sembra racchiudere tutto. Non so come il bello anche: un cinghiale piccolo che non capisce perchè non può infangarsi in santa pace. magari è solo che hanno paura di sporcarsi. ma bello

finito il tempo. nuovo giorno. nuova notte.
buona

martedì 7 dicembre 2010

Betulla di Natale

Musica - weird al yankovic - christmas at ground zero (ascolta mentre leggi)
Foto - mp - betulla di natale - nikon coolpix 5600vf tl-mtr



G : non puoi capire...ho appena comprato tutto il necessario (o quasi credo) per costruirimi un fantastico albero di Natale!!
M : …
G : uffa! E' il mio albero di Natale!..costruito da me..devo assemblare tutti i pezzi!
M: stasera si lavora insomma!
G: magari, stasera mi tocca pure uscire..
G: lo faccio domani, come nelle migliori tradizioni: 8 dicembre, albero!
M: giusto.
G: uffa, ero cosi' contenta  dei miei acquisti e guarda con che entusiasmo accogli le mie idee...quando l'ho finto ti mando la foto...mi chiederai di fartene uno uguale, scommettiamo?
M: ma io ho già l'albero
G: sì ma sarà un albero normalissimo
M: no..è una betulla
G: ma come una betulla?
M: sì..una betulla..
G: hai una betulla in camera?
M: no..ma ho un mobile di betulla..
M: ..e gli ho messo sopra i faretti della bicicletta: uno bianco e uno rosso..
M: ..e la sciarpa..praticamente un albero di Natale..
M: un po' pop, ma un albero di Natale
G: e sotto effetto di quale stupefacente ti sembra un albero di Natale?
M: solo perche sei priva di fantasia non significa che non sia un albero di Natale!
M: ..una betulla di natale per l'esattezza
G: ma e' un armadio di Natale!
M: no..intanto è una cassettiera di Natale, semmai
G: non e' una betulla di Natale!
M: beh..ma allora il tuo è una plastica di Natale! il mio ha più dell albero in se che non il tuo..
G: …
M: come la mettiamo adesso?
G: cmq i pezzi che andranno a costituire la base del mio albero di Natale sono di ciliegio...
G: ciliegio di Natale?
M: la base...il mio è TUTTO di betulla!
G: ma e' cmq una cassettiera...
M: ha la forma di una cassettiera, ma è un albero di Natale.
G: comunque facciamo cosi'...
G: domani quando avro' finito l'albero ti mandero' la foto
M: fatta..e io ti mando quella del mio!



lunedì 6 dicembre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - a toys orchestra - letter to myself (ascolta mentre leggi)
Fotografia - mc - madrid aeropuerto barajas - 450D f5/6 t 1/100


Non che ci sia niente di male nel preferire una cosa ad un'altra. Non che si sia niente di male nello scegliere dove andare. Non che si sia niente di male nel ripetere cose già fatte, sbagliate. Non che ci sia niente di male nell'ascoltare assurde scuse per comportamenti assurdi non di meno. Non che ci sia niente di male nell'andare avanti non ostante tutto. Non che ci sia niente di male nello scrivere cose senza senso per condividere la propria condizione. Non che ci sia niente di male.

Non che ci sia niente di male nel vedere la pioggia cadere da giorni. Non che ci sia niente di male nello stare lontani da casa e sentire la mancanza delle brioche alla marmellata. Non che ci sia niente di male nell'annusare l'odore di chi ti sta di fianco. Non che ci sia niente di male nel colorare di bianco i muri. Non che ci sia niente di male nell'aspettare non si sa cosa, ma si sa chi e aspettare e aspettare. Non che ci sia niente di male nel riempirsi gli orecchi di cotone imbevuto di gin. Non che ci sia niente di male nel giocare a carte, la notte, da soli. Non che ci sia niente di male nell'incazzarsi per niente e ridere per qualcosa. Non che ci sia niente di male.

Non che ci sia niente di male nell'aspettare un sorriso, un pugno, una sberla, un qualche cazzo di qualcosa. Non che ci niente di male nell'accendere candele in posti indifferenti. Non che ci sia niente di male nello sperare di trovare un giorno altre candele in posti conosciuti in compagnia, conosciuta, giusto per creare atmosfera. Non che ci sia niente di male nel perdersi e ritrovarsi, per caso o per cosa. Non che ci sia niente di male nel veder morire piante schiacciate da grandi aspettative. Non che ci sia niente di male nell'ascoltare suoni fastidiosi per ore e ore senza nemmeno una cannuccia. Non che ci sia niente di male nell'usare il copia incolla per scrivere "Non che ci sia niente di male". Non che ci sia niente di male nel far canestro nel proprio canestro da soli la notte con la luna. Non che ci sia niente di male nel dormire sotto coperte un po' corte, un po' sfatte, un po' troppo calde, un po' troppo carine. Non che ci sia niente di male.

mercoledì 1 dicembre 2010

dieci a mezzanotte

Fotografia - gp - montenero di bisaccia - sony dslr A100  f4/5 t 1/125
Musica - julie's haircut - set the world on fire (ascolta mentre leggi)




MESSAGGI SOPRA I TETTI TRA PARABOLE

buongiorno, sì perchè? cmq grazie per il bacio di ieri sera, sai che apprezzo

ciao, hai sbagliato numero credo...oppure non mi ricordo niente di ieri sera!!

sì scusa, perdonami! grazie per avermi avvisato. bouna giornata da uno sconosciuto distratto

buona giornata proprio no! mi hanno rubato la bici!!troppi sconosciuti oggi...

nooo mi spiace!!! spero di non essere stato tanto fastidioso quanto il ladro!?!?

in effetti no, mi hai fato anche ridere

sconosciuto distratto simpatico allora :-)

senti sconosciuto distratto simpatico vuoi diventare anche utile e dirmi a che ora è l'ultima corsa della metro linea 2?

uhhmm... ti direi di sì ma forse è meglio che tu la perda così la giornata è al completo...se piove poi ancora meglio

hahaha  beh almeno ho l'ombrello!



domenica 21 novembre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - blonde redhead - love or prison (ascolta mentre leggi)
Fotografia - mc - canon 450D f/8 1/60 sec



Chiudi la bocca. Chiudi la bocca. Chiudi la bocca. Chiudi la bocca. Chiudi la bocca. Chiudi la bocca. Dentro lo scheletro di una balena. Giallo, dal tempo. Si cammina a fatica, con il busto piegato in avanti e qualche libellula che si leva al passaggio. Prurito alle spalle fino all'attaccatura del collo collegato al pallone aerostatico chiamato differenza-dai-primati. Pallone colorato a strisce: giallo-arancio-rosso-viola-indaco-nero-nero-nero-verde-azzurro-nero. Bene. Bi e enne e.
Note sollevate dal pentagramma. Che leggere! Nate lì, su spazi bianchi, alcune tagliate da fili neri che le sospendono lungo strade grige, in giornate azzurre, col sole rosso della sera che fa vibrare l'aria su asfalti bruni strisciati di bianco.
Il ritmo, quello della pioggia; il suono, quello di chi russa piano la mattina. Il naso, chiuso. Le labbra, pure. Mentre rido e guardo nell'ombra.. naso, ciglia, piccolo orecchio, guancia incollata al cuscino, fronte appoggiata alla spalla. Vedo, da vicino, la distanza che separa l'idea del russare dalla realtà del russare. Piano. Non dà più di tanto fastidio. Un leggero sorriso nel vedere il respiro che le muove la pancia con un tempo regolare. Il rumore grattato del russare tipico da raffreddore. Un gatto che fa le fusa.

Finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte.
buona   

lunedì 1 novembre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - death cab for cutie - a lack of colour (ascolta mentre leggi)
Fotografia - mc - barcelona - canon 450D t: 1/6 f/5.6 





La prima nebbia mi stupisce sempre. La aspetti anche se non lo sai, anche se sono parecchi anni che te la ritrovi davanti al naso al mattino quando ancora non sei sveglio e cammini, oppure guardando fuori dalla finestra la sera prima di dormire o in macchina mentre immagini le curve che hai di fronte e che ti dividono dal dopo, dal dove devi andare. La aspetti e ti stupisce comunque perchè è un sipario. Leggero. Traslucido. Pulito. Vicino quanto basta per non farti capire quanto è lontano quello che ti sta davanti. Misterioso. Fermo, ma che lentamente e senza che te ne accorgi si sposta. In equilibrio. Naturale. Odioso. Malinconico. Odoroso di acqua che non arriverà a breve, perchè se il cielo è nuvoloso quel sipario non si farà certamente vedere. Anche i suoni non sono gli stessi, ti arrivano ovattati, lenti e appena distorti.
Che sipario, forse solo chi ha vissuto nella padana pianura può vederlo con gli occhi dello spettatore di teatro. 
La prima cosa che mi viene in mente passando attraverso la lingua biancastra e umida è... è una passeggiata, un certo tipo di passeggiata. Cerco nella mia testa e vedo, tra il ricordo e l'immaginazione, le passeggiate di luglio con la città vuota a guardarti, tu e lei piuttosto vicini, non sempre sul marciapiede che tanto di macchine non ne passano, ad ascoltare il silenzio l'uno dell'altra, per sentire meglio le finestre. Quali finestre? Quelle che d'estate restano aperte e che ti fanno ascoltare la vita che c'è oltre, lì dentro e che spinge per uscire. Senti piatti che se ne vanno da tavole vuote, televisori che parlano e cercano di coprire silenzi che si mettono tra le persone, le risate genuine e rilassate perchè d'estate c'è più...


La foto parla delle finestre. A Barcelona. La canzone della nebbia. Dappertutto.


Due scoperte: le finestre viste da fuori e la nebbia vista da dentro.


Finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte.
buona

martedì 26 ottobre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - neil young - harvest (ascolta mentre leggi)
Fotografia - sb - canon 450D t:1/60 f/3.2


Ascolto gli amici quando mi parlano, e ne traggo consigli soprattutto se involontariamente dati. Quale consiglio? -"Sono stato con lei in quel ristorante in Prato e le ho lasciato il posto con vista sulla piazza... devi sempre lasciarle la vista migliore perchè...".
Non una cena, ma soltanto il secondo caffè, la piazza però è la stessa. Fa ancora caldo, si può stare all'aperto sotto gli ombrelloni che diffondono una luce sbiadita. Mi siedo rivolto alla facciata del bar con le spalle alla piazza. Gestione cinese, come molti locali del centro, e poche persone ai tavoli; dietro il nostro, sulla destra, proprio di fronte a me due nordafricani stanno bevendo una birra. Lei non li vede perchè, come da protocollo, deve avere il posto con vista migliore. Mentre parliamo, un po' per timidezza e un po' per deformazione mentale, tengo d'occhio quello che ho intorno. Tutto. Mi dicono che dovrei fare l'investigatore. Io dico che mi piacciono i particolari. Dico.
All'altro tavolo si avvicina un terzo nordafricano, paraplegico, su una sedia a rotelle semovente. Quelle con il joystick sul bracciolo, per capirci. Vuole bere anche lui un po' di birra. Gli passano il calice, lo avvicina alle labbra con movimenti per forza stentati. La mano tremante e i denti rompono il bordo del bicchiere e il labbro si taglia. Gli amici ridono. Spero gli tolgano il calice, invece gli passano un tovagliolino sulla bocca sanguinante. Maldestri tamponano le labbra e gli allungano di nuovo il calice rotto continuando a ridere. Lo riporta alla bocca, beve d'un fiato, lo rompe definitivamente. Vetri dentro il bicchiere, un po' di sangue si mescola al poco della birra che resta.
Lui ha una smorfia di dolore e vergogna. Loro ridono. Lei parla. Io faccio in modo che non veda. Non so perchè. Cerco un discorso che possa sembrare interessante per non farla girare, resto fermo e sento lo schienale della sedia che mi dà un leggero fastidio sotto la scapola destra, ma non mi muovo. Ovvio. Ripenso proprio in quel momento al consiglio. La vista migliore, quella sulla piazza.
Non cambierà molto per quel caffè, per quel falso pericolo scampato, ma mi piace pensare che...
Si alza agile dopo un "andiamo?" e ci avviciniamo alla cassa quando ormai i tre se ne sono andati.
Nel bordo della sua tazzina, sporco di caffè vedo la linea curva delle cose ben fatte e sorrido.

Finito il tempo. nuovo giorno. nuova notte.
buona

sabato 23 ottobre 2010

God save the queen

Musica - mel gibson - breaveheart, discorso prima della battaglia (ascolta mentre leggi)


Venerdì scorso ho aperto un conto in banca. Ci sono quattro tipi di conto: quello che ho aperto io è uno scalino superiore a quello minimo e da qualche copertura in più su frodi sulla carta di credito, estensione della garanzia di elettrodomestici e altre cose simili. Il loro punto forte è il fatto che quando compro un cellulare con un contratto telefonico, questo è assicurato dalla banca, quindi, se lo perdo o se si rompe, fa niente, me lo ripagano.

Ieri mi sono arrivate 5 buste dalla banca che contenevano mille libretti, contrattini, carta di credito, pin ecc, ecc...e mi sono soffermato a leggere le clausole. A parte il fatto che devono praticamente rapinarmi con dei testimoni e scappar via in motorino perché il telefono mi sia effettivamente rimborsato, da tanti cavilli hanno messo per tutelarsi..a parte questo - dicevo - la clausola spettacolare (che riporto in lingua originale) è questa:

Cover will not be provided for loss, theft, damage, or breakdown caused by war, invasion, act of foreign enemy, hostilities (whether war be declared or not), civil war, rebellion, or insurrection by military or usurped power.
(dal capitolo K-General Exclusions, punto 11, dell'assicurazione sul telefono col c/c Barclays)

giovedì 21 ottobre 2010

(...)vista con lo scrittore - Toni Carli

Musica - siouxsie - the last beat of my heart (ascolta mentre guardi)









1.Cosa si prova a scrivere frasi, pensieri che dalla propria mente attraverso
la carta si imprimono nella memoria di altri, che magari le fa sue e ne trae
ispirazione o una linea guida?



-Secondo me questa dovrebbe essere la massima aspirazione di uno scrittore.
Quando ti escono queste frasi, è come per il cercatore d'oro quando nel
setaccio si ritrova lo splendore di una pepita. L'incanto della lettura è tutto
lì, più della trama o del ritmo o di altre cose ancora. Se poi questa pepita la
puoi donare ad altri, è una soddisfazione che non ha prezzo.

2.Alla richiesta di una parola per i suoi fan Bob Dylan rispose al
giornalista: "Astronauta". Una parola per i suoi lettori?


-“Sguarnito” (da intendere come tipo giovanile, e non solo, del tempo ignorante
in cui viviamo)

3.Penso che fare la domanda giusta è di gran lunga migliore rispetto a dare
una risposta corretta. Qual'è la domanda che conta per lei?


-La domanda che conta è quella che non ci facciamo mai.

4.Un consiglio ad un aspirante scrittore?


-Come sai io mi diletto anche con la musica, in particolare con il pianoforte.
Ho studiato classica ma ho suonato jazz, con tutti i miei limiti. Come ogni
buon maestro di jazz insegna, la cosa migliore per imparare a suonare è
trascrivere gli assoli dai dischi. Io l'ho fatto, mettendoci del tempo, e ti
posso assicurare che non c'è di meglio. Ti aggiungo anche che da ragazzo
trascrivevo pagine e pagine di Marcel Proust sui miei diari. Li conservo
tuttora, e ti posso assicurare che non erano poche. Il mio consiglio, oltre a
leggere tanto, è questo ( non solo con Proust, ovviamente).

5.Ogni scrittore mette nei suoi libri parte di sé, ma anche l'aria che si
respira nel periodo e nel luogo dove vive. Lei che aria respira?


-L'aria che respiro qui l'ho inseguita dai tempi in cui, da giovane, mi
ribellavo al sistema, ed è la conseguenza di una ricerca che era già nell'aria
quando ventenne volevo andarmene dal nordest per trovare posti salubri,
colorati, profumati, lontani dall'inquinamento delle fabbriche, dal grigiore
della nebbia, dal lezzo dei democristiani. L'aria qui è pulita, e profuma di
bosco, nonostante tutto.

6.Come si trova un friulano in Toscana?


-Mi sento tutt'ora friulano al cento per cento, nonostante abbia vissuto più
in Toscana che in Friuli. Mi mancano alcune emozioni e alcuni paesaggi del mio
Friuli giovanile, e mi mancheranno sempre. Mi manca anche un po' la gente di
lì, che dopo più di trent'anni mi accoglie come se fossi ancora uno di loro. Io
vengo da un paese vicino a quello in cui è cresciuto Pasolini, praticamente a
un tiro di schioppo. Il nostro poeta friulano in una sua poesia scriveva: “O me
donzel! Jo i nas ta l'odòur che la ploja a suspira tai pras di erba viva... I
nas tal spieli de la roja”. Anch'io nasco nell'odore che la pioggia sospira dai
prati, e dallo specchio di un corso d'acqua che scorre accanto alla mia
gioventù (cit. dal libro che sto scrivendo sui miei anni settanta). Ma la
Toscana è la Toscana, è inutile girarci attorno. Chiunque si troverebbe bene,
anche i leghisti con l'ampolla in mano. Chiedere ai miei fratelli e amici
quando vengono qui a trovarmi. Anche se mi sento friulano, posso dire di aver
messo le mie radici in questo posto perchè le radici sono sempre un qualcosa
che uno si crea. Il sangue, l'etnia o il luogo dove si nasce c'entrano solo in
parte.

mercoledì 20 ottobre 2010

Toni Carli - Una dea bendata

Musica - coltrane - blue train (ascolta mentre leggi)




Toni preferisce un fine settimana al mare in casa di amici grazie all'aiuto della sua uno con cambio automatico. Quel fine settimana al mare però, gli causerà un sacco di problemi perchè forse avrebbe dovuto cambiare la sua Uno con una macchina di lusso e il suo mare con la "località giusta". Si sa come funziona in Italia: se hai certe frequentazioni i problemi non si pongono o tuttalpiù si risolvono in breve tempo. Così le corse di due bambine selvatiche arrivano a portare Toni di fronte ad un tribunale per difendersi da una delle accuse più gravi, mossa per altro da una madre a dir poco problematica. Sulla vicenda non voglio dire altro se non che è veramente incredibile. Veramente.
Quello che invece più mi è piaciuto è la stonatura tra l'arcadia che si è costruito (nel vero senso della parola) l'autore e in cui lo stesso vive e i luoghi mostruosi abitati da burocrati della giustizia. Lo stridore è ancora più forte se si nota come le persone agiscono quando mettono il loro ruolo davanti -e sotto una luce abbagliante- al loro essere persone. Pubblici ministeri e forze dell'ordine che sembrano aver studiato su un altro dizionario il significato della parola autorità e che possono essere accostati ai medici che vengono descritti dall'altro libro, il primo dello stesso autore.
Si propone a più riprese il bullesco gioco del più forte contro il più debole. Contro chi sembra più debole.
Sembra, perchè poi la verità viene a galla come una ninfea nel guazzo verde e molle di uno stagno, dove le (false) accuse si perdono come rane che dopo essere state sulla proda a prendere il sole, viscide, spariscono sotto il letto melmoso.

Nella vita quello che distingue le persone le une dalle altre è la voglia di farcela, di realizzare un sogno, oppure lasciare che sia il sogno a cullare la nostra esistenza.

Capelli biondo-miele lunghi e lisci, occhi chiari e fisico da modella. Laureata in ingegneria, intelligenza sopra la media. Innamoratissima. Di me. Che non la porto da nessuna parte, con la mia Fiat Uno Selecta grigio metallizzato dai comandi manuali. L'ho sempre detto che la vita non va mai presa sul serio. Se vogliamo dirla tutta la vita è respirare, mangiare e andare al cesso magari con qualcosa da leggere in mano che non sia il Tuttosport; il resto è acqua che riempie i fossi, dove ancora esistono.

martedì 19 ottobre 2010

La cena dei poveri...ricercatori

Musica - the kinks - sunny afternoon (ascolta mentre leggi)
Foto - mp - cena...


All'estero, più che a casa, si impara a vivere con poco. Tanto qualsiasi cosa costa di più ed è spesso di qualità inferiore, quindi uno se la mette proprio via.
Stasera frittata con fagioli e cipolle: roba da leccarsi i baffi, come diceva Topo Gigio.
Ad ogni, modo, perché non venga proprio una merda, l'idea è quella di far soffriggere ma non troppo le cipolle in un po d'olio, magari anche con mezzo bicchiere d'acqua cosi non si bruciacchiano, ed aggiungere anche dei fagioli borlotti in scatola cosi si tostano un poco. Al tutto aggiungere uova a piacere ma con un po' di riguardo per le proporzioni e continuare a rigirarle finché non sono cotte.
a. pepe e sale, sennò non sa da un cazzo;
b. mescolare che altrimenti "taca tuto";
c. se come me avete di fronte a voi una serata piatta, potete tagliare una cipolla intera a pezzi grossi, se invece avete in previsione qualche interazione sociale, consiglio di non eccedere la mezza cipolla.
Il tutto, è stato annaffiato per l'occasione con del buonissimo the verde alle echinacee.
Questo passava il convento.

lunedì 18 ottobre 2010

Dieci a mezzanotte

Musica - giulia y los tellarini - barcelona (ascolta mentre leggi)
Foto - mad goose ale


primo giorno di scuola..quasi..primo giorno di post doc..non c'è molta differenza..la sveglia l'ho messa presto, che non si sa mai..
Apro gli occhi..spengo il cellulare che suona "Barcelona" e la prima cosa che vedo dopo il cellulare è un ragno che si cala con fare tutt'altro che circospetto da un metro e mezzo sopra di me, verso il mio naso.
Bestemmio. Soffio un po' (non come un gatto, piuttosto come il vento) verso di lui e il ragno capisce che non tira aria e risale per lo stesso filo grazie al quale si è calato.
Il buon giorno si vede dal mattino, dice Irene. Speriamo di no, dico io...
Se la buona notte si vede dalla sera invece allora va bene: due pinte di birra con un mezzo sconosciuto piuttosto cordiale e tutt'altro che spiacevole. Qualche aneddoto sulla Cambridge degli anni d'oro. L'immagine di un vecchio premio nobel che a 85 anni arriva curvo in laboratorio, si chiude a fare esperimenti da solo con le sue macchine degli anni 70 e lo si rivede solamente alle 3.45 p.m. - precise - in sala comune, curvo, con la sua tazza di the macchiato ed il suo biscotto. Lui si che ne sa.

finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte.
buona

Toni Carli - Tanto per rimanere uguali

Musica - pat metheny - into the dream (ascolta mentre leggi)



Prospettiva. Molto dipende dalla prospettiva con cui le cose ci si presentano davanti agli occhi. Spesso non ce ne accorgiamo perchè il nostro cervello si abitua al modo di vedere che abbiamo solitamente e lo rende assoluto: tutte le esperienze passano attraverso quella lente e tutto gira attorno a quel punto cardine. Discorso piuttosto per dire che se sei alto due metri guardi la maggior parte dei tuoi simili dall'alto in basso, mentre se sei un metro e cinquanta spesso incontri prima il mento degli occhi dell'altro che ti si para di fronte. Ad ogni modo in entrambi i casi tutto ti sembra misurabile in ragione di quello che sei abituato a vedere.
Questo libro invece racconta che si può essere costretti a cambiare prospettiva, fare il confronto tra le due e uscirne differenti. Più plastici.
L'ho letto in un periodo in cui vedevo tutto nero con al massimo qualche sfumatura sul grigio-canna-di-fucile. Le persone che incontravo davano poco chiedendo molto; i problemi a lavoro suggerivano di lasciar perdere e trasferirsi in Botswana (non si è mai vista una cinghia di trasmissione che si spezza dopo minuti due (due); lo studio mi opprimeva come l'afa e le zanzare che se anche le uccidi ti lasciano la macchia rossa sull'intonaco  giusto perchè anche da morte devono rompere i coglioni; il due di picche della ragazza che corteggiavo era solo il macigno che schiaccia per bene i polmoni. Così mi sembrava. Finito il libro, anzi ben prima di finirlo, nella mia testolina hanno iniziato a girare un po' di pensieri.
Uno: cambiare prospettiva può ridimensionare problemi che sembrano affliggere soltanto noi, unici nel mondo.
Due: il pensiero uno è una cazzata buonista.
Tre: Pensare che c'è sempre chi sta peggio di noi non porta da nessuna parte, anche perchè dopo pochi giorni l'empatia nei confronti dell'ipotetico sventurato verrà sicuramente meno. Si ricade così nell'egoistico pensiero che fa delle nostre difficoltà le uniche che importano.
Il libro mi ha insegnato a guardare in faccia ciò che ci si presenta giorno dopo giorno e a non farsi superare dagli eventi. Fare affidamento nelle proprie forze, sperare il meglio e prepararsi al peggio come diceva la madre dell'autore. Cambiando prospettiva non si diventa migliori o peggiori. Cambiando prospettiva ci si fa forza e si può capire che ciò che si desidera con bastante volontà spesso lo si ottiene (Pavese). 
Cambiare prospettiva tanto per rimanere uguali...ma cambiarla.

"Tutto nella vita serve, il dolore forse più di tutto il resto"

"Uscire fuori per andare incontro alla postina, annunciata dal clacson della sua cinquecento, diventava uno dei momenti più belli della giornata"

"Siamo talmente intrappolati dai nostri sogni, dalle nostre illusioni, dai nostri desideri che il più delle volte non riusciamo a staccarceli dalla pelle e a trasformarli in realtà"

"Non avevo nessuna intenzione di passare per il solito maschio in calore e con gli ormoni a palla che non appena sente odore di micette si mette sotto vento per catturare la selvaggina"

domenica 17 ottobre 2010

Interior desing

Musica - fools garden - have you ever seen the rain (ascolta mentre leggi)
Foto - google sketchup - mp room


Prima domenica nel Cambridgeshire..fuori pioviggina - strano, pioggia a sprazzi tre giorni su tre - fa un freddo becco e non ho un cazzo da fare..
i miei compagni di casa non conoscono mocio ne aspirapolvere..il cane pare vada dove cazzo gli pare a lasciar bava e peli..il padrone di casa non si vede e a 50 ore dal mio arrivo devo ancora vedere le chiavi di casa..niente paura..si va avanti..
dicevo che non ho un cazzo da fare e per ingannare la noia ho pensato di scaricare google skechup e di disegnare la mia stanza per proporre a chi avesse voglia un esercizio di interior design.
Il succo dell'esperimento è che la stanza è piuttosto grande (5x5 m di superficie) ed i mobili occupano relativamente poco spazio e si prestano a riarrangiamenti interessanti. Poiché io sono per forza di cose biased dal fatto di averli gia trovati in una certa posizione, propongo a chi avesse voglia ed ingegno di suggerirmi una disposizione per i seguenti oggetti, tenendo ovviamente conto della disposizione di porte e finestre, nonché di tetto che scende implacabile sul lato della finestra. La mobilia è la seguente:
letto: 220x160
scrivania: 130x70
armadio: 80x40x180(h)
armadio: 80x40x180(h)
cassettiera: 80x40x120(h)
scarpiera: 60x30x110(h)
divano: 160x60x50(h)
mobiletto-libreria aperto (non saprei come definirlo): 130x40x80(h)

...ah, dimenicavo, ogni misura è totalmente approssimativa..ma spero di avere un buon occhio...


venerdì 15 ottobre 2010

e adesso? box doccia? grazie di tutto

Musica -  antonello venditi - compagno di scuola (ascolta mentre leggi)
Fotografia - gp - aeroporto treviso



dal finestrino si vede un uomo che lava il cemento sotto i suoi piedi con un tubo dell'acqua che esce da un camion.
pulire le fughe delle piastrelle, sopra i fornelli, sporche di sugo di pomodoro di qualche pentola lasciata libera di esprimersi. forse un po' troppo libera...ma no dai!
Questi i due flash in cui ho realizzato che qualcosa è cambiato. Un'epifania. Non al momento dei saluti. Non al momento della stretta di mano di chi sta per prendere un aereo e andarsene per un po'. Lontano. Abbastanza da aereo, low cost. Non all'ultimo sguardo, quando ormai lontano mi giro per vedere che effetto fa, o non so perchè altro mi giro, ma sta di fatto che lo faccio. Sempre.
Epifania. Rivelazione, manifestazione che hai quando, da un particolare apparentemente insignificante, capisci qualcosa che avevi proprio lì sotto gli occhi e che, però, non avevi ancora messo a fuoco.
Torno a casa, sistemiamo le sedie e il tavolo, laviamo il soggiorno, puliamo il frigo, ordiniamo i cassetti, cambiamo la stanza...ma non è quello che fa la differenza, che fa strano. Che ti fa capire. Nemmeno la gita all'aeroporto con tanto di scale mobili, casino per il peso in eccesso dei bagagli e quell'aria rarefatta che si crea quando c'è diffidenza reciproca per tutte quelle facce mai viste con trolley al seguito.
La differenza la fa qualcosa che non sai spiegare. forse lo si può capire anche se non te lo spiegano. è una questione di sottofondo. la musica cambia, ma resta una melodia nella mente. ti piaceva quella melodia, quel ritmo. ti piace ancora e ti resta.




infine due messaggi...

G.: Learn To Fly, Foo Fighters
M.: e adesso? box doccia? grazie di tutto

giovedì 14 ottobre 2010

dieci alle quattro...

Musica - vinicio capossela - ovunque proteggi (ascolta mentre leggi)
Foto - gp - saveria and jack



Lui: A xe proprio imbriaga...ara che roba!
Lei: io amo la carne..capisci!!
Lei: chi è che l'ha fatto questo?
Lui: Gesù Cristo..metti il porcodrillo!!
Lei: mica può controllare i miei sfinteri lui!
Lui: giusto!
Lei: allora, facciamo una cosa..io mi bevo questo facciamo un brindisi
Lui: ma lo troverò quel deficiente!
Lei: cosa brindiamo? facciamo una scelta collegiale..
Lui: allora brindiamo al ritorno degli anni 60, e all'amore libero..
L'altro: io sono hippy con tutti..ma sono happy con te...
Tutti: ah, questa poi!
Tutti: dottore, dottore, dottore del buso del cul..............

domenica 10 ottobre 2010

Bagagli

Musica - luciano ligabue - da adesso in poi (ascolta mentre leggi)
Foto - g. braque - natura morta con Le Jour




Difficile. Più che altro un casino: logisticamente e sentimentalmente.
Ho una testa in cui riesco a mala pena a muovermi, invasa dai bagagli di nove anni di Padova. Zaini pieni, borse vuote, appendini infilati in camicie buttate alla rinfusa su una poltrona-letto bianca a disegni rossi. Una cravatta aperta sul letto attraversata da un borsello di cuoio di cammello e sopratutto dal suo odore. E che li metto via a fare, che il 70% di sta roba, fra quattro giorni sarà comunque su un aereo?
Eppure è meglio che li metta via, che prima di fare le prossime valige almeno disfi queste. Certo, mettere via allo stesso modo Padova prima di iniziare Cambridge sarebbe perfetto.

Troppa roba da riordinare ed infilare nei cassetti tutta in una volta.
Ma sopratutto, da dove comincio? 
Procrastino. Spengo la luce su sto disastro di stanza (adesso al buio sembra perfettamente in ordine) e mi sparo la seconda parte di Shutter Island...

Buona visione....


lunedì 4 ottobre 2010

penne lisce radicchio e pesca

Musica - rino gaetano - ad esempio a me piace il sud (ascolta mentre guardi)
Fotografia - gp


Le penne lisce non si possono mangiare. Nel senso che non sono proprio commestibili. Magari però capita che te le ritrovi in dispensa, magari mezzo chilo, e non puoi continuare a spostarle da una parte o l'altra della dispensa. Quindi chiudi gli occhi e la butti nella pentola con l'acqua che bolle; torbida perchè anche a lei si schifa all'idea. L'unica domanda è: ma chi cazzo è che compra sta roba? se sei in cinque maschi in casa...la vedo dura trovare il colpevole.
Dopo aver fatto questo guardi in frigo e trovi un radicchio che ti ha portato un tuo amico l'ultima volta che si è fermato a cena. Apri il cassetto della frutta e vedi due pesche. Noci. O nocipesche. Insomma quelle senza pelo. Pensi che sono i primi di settembre e sembra figo unire l'autunno con la primavera. Il radicchio con le pesche.
Pure Saveria ha detto che non è male...certo non è male non è una gran cosa ma sappiamo che la ragazza è esigente...

Penne al radicchio e pesca

Per due persone

Scalogno - 2
Radicchio di Chioggia - 1
Pescanoce - 2
Yogurt bianco - 1
Sale
Pepe
Olio


Preparazione
Scaldate l'olio e mettete lo scalogno tritato a rosolare. Quando si è dorato aggiungete mezzo bicchiere d'acqua e lasciate sul fuoco fino a quando non sarà evaporata tutta così da togliere la robustezza dello scalogno stesso. Robustezza? Chissà come mi è venuta in mente...Aggiungete il radicchio sminuzzato e coprite la pentola per farlo stufare. Quando il radicchio sarà appassito completamente aggiungete la pescanoce tagliata a dadini e lasciate a fuoco lento per una decina di minuti, comunque fino a quando la pesca abbia perso la sua consistenza. Aggiungete lo yogurt e mescolate bene mantenendo sempre il fuoco basso. Pepate e salate.
Fate saltare il tutto con la pasta cotta in abbondante acqua salata (non so ma dicono sempre così...dà un tono professionale).

prosit

sabato 2 ottobre 2010

dieci a mezzanotte o poco più

Musica - le strisce - adele (ascolta mentre guardi)
Fotografia - gp - amici con la a maiuscola


Cosa? Non saprei dire con precisione, ma percepisco una certa empatia. Una storia...bionda che si finge mora per un disegno fatto male...un seba che non si riconosce, ma perchè in sottofondo c'è una canzone che fa: tonight tonight... come fosse degli smashing pumpkins. A fare la pace con dio? cosa dice? non saprei ma comunque: CI SIAMO GIA' DETTI TUTTO FACENDO mi suggeriscono dal loggione. Vero. L'uni posca non funziona bene. Uno si chiede: ma come è possibile che la qualità sia ciò che sta tra l'oggetto e l'idea che dello stesso abbiamo? La qualità come ponte tra la razionalità e il romanticismo. 

Insomma...cazzate. Guardate la foto! Natura delle cose. Spensieratezza. Libertà. Cattiveria. Paura. Spensieratezza. Un cappello sulle tempie. Un  maglione viola sulle spalle. Il presente copre il passato e il futuro. Il presente, un a candela che brucia. La fiamma è l'amore che che si consuma. Hai paura che la fiamma finisca la cera? No, ti sbagli! la cera ce la metti tu, quindi non finisce finché non smetterai di mettercela. Comunque sono giunto alla conclusione che quando arriva una storia c'è sempre qualcosa che ti si mette tra le ruote. Le ruote? I cuscinetti mi diceva Ruggero che sono uno dei motivi che fanno vincere le guerre. Guerra. Guerra? Forse non si capisce quello che voglio dire, ma una cosa è certa. Sapete quale?

Pensa alla cosa che più ti fa star bene. Può essere una giornata di ottobre con il sole e l'erba mossa dal vento. Può essere una gomma da masticare appiccicata alla panchina che si attacca ai pantaloni. Può essere la macchia sul vestito per colpa di una penna chiusa male. Può essere quello che pensi, ma pensaci e tienilo per te!

finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte.
buona