mercoledì 17 marzo 2010

Vivo in un'ipotesi esistenziale

Musica - fabrizio moro - non è una canzone

http://www.youtube.com/watch?v=Ewl6i2g0QO8



E invece è una canzone. Magari non indimenticabile, magari non la sua miglior canzone, magari non fuori-di-testa come quella di Simone Cristicchi, magari. Certo è molto meglio del trio Pupo, Emanuele(spazio)Filiberto(spazio)di(spazio)Savoia, Tenore Sconosciuto (per cui vorrei aprire una sottoscrizione per pagargli un'analista (femmina visto l'articolo) che lo aiuti a riscoprire se stesso dopo che tutti lo hanno esistentivamente definito il signor-nessuno-terzo-del-trio ). Musicalmente non mi piace molto, ma posso dire che il testo è in linea con la corrente che mi sono accorto essere in voga in questi mesi: sulla, della, nella, in, la, per, siamo-in, ...CRISI. Letteratura, musica, cinema, immagino anche la pittura e la scultura (ma sono così ignorante da non conoscerle) la rappresentano. Siatene certi, i vostri figli oltre al romanticismo, al verismo al postmoderno dopo il moderno, il decadentismo, il verismo sulle loro antologie troveranno il crisismo.

Il testo parla, dicevo, della situazione in cui ci si trova in questo periodo. La donna o l'uomo medio insomma si sentono così:

Faccio fatica a fare quello che voglio
Faccio fatica ad esprimermi al meglio
Sono trent'anni che mi sento dire
Che prima o poi qualcosa dovrà cambiare

Ho fatto ogni lavoro per rispettare
Un equilibrio etico politico sociale
Economico poetico giusto e culturale
Per dire la mia per farmi rispettare

Lo spirito del tempo è stato azzeccato in pieno. Il cantante lo dice con efficacia e con la rabbia che sembra rievocare i vari Masini, Carboni & co. degli anni '80 e '90. Gli incazzati italiani insomma. Incazzati siamo oggi, anche perchè stiamo per rivivere una nuova mani pulite. Diciotto anni dopo come se niente fose cambiato. Questo dicono i giornali. Ok non tutti i giornali...

C'è comunque uno sforzo per "farsi rispettare" , e un po' di fiato per raccontarlo. Il ritornello mi sembra banale e sbrigativo, ma quanto a ritornelli di questi tempi non si sente tanto di meglio. In ogni caso assolve la sua funzione: è orecchiabile e si manda a memoria facilmente. Poi si passa in rassegna il contrasto realtà-Ideale, con lo slancio verso il secondo subito smorzato, atterrato, tarpato dalla prima. La realtà. Il quotidiano che ci presenta le ingiustizie, le distorsioni, le furberie che caratterizzano questa stagione.

Ma niente hanno cercato di manipolarmi i sogni
Le speranze le mie idee il fisico e la mente
Dopotutto sono un uomo e come l'animale segue l'animale più grande
Io dovrei seguire chi ha il potere di decidere per me
E poi mi lascia in mutande

La strofa migliore, che trovo veramente divertente, ha un umorismo che stona, ma con una bella dissonanza, con le altre. Condannati all'evasione fiscale. La più bella e lucida immagine che può descrivere la nostra penisola. Si ride insomma. Si ride, anche. Poi il ritornello riprende e la canzone scivola verso la fine passando per un "lontano da te" che riporta la protesta del cantante sul personale, lasciando piuttosto perplessi. Forse è monologo interiore e allora ci va bene! Ci va bene perchè quando pensiamo a tutto ciò che ci sta attorno e passiamo in rassegna tutte le urla che vogliamo scagliare prima o poi, dopo tutto il viaggiare si torna vicino a noi. Dove di solito c'è qualcuno che ti vuole bene, che ti vuole, che non ti vuole più, o che nemmeno ti vede, o...insomma i piedi tornano a terra e quello che ci è vicino ha la nostra attenzione. sempre.

Apprezzabile, prima dell'ultimo ritornello, la pausa (-in-musica) rotta soltanto dallo sbattere le bacchette della batterista. Brava! Mi piace.

Faccio fatica a trovare un pretesto
Faccio fatica ad essere onesto
Vivo in un'ipotesi esistenziale
Sono condannato all'evasione fiscale

Per tutta la vita

Musica - noemi - per tutta la vita

http://www.youtube.com/watch?v=qBBodPL4Zw8


Per tutta la vita? non direi. al massimo un paio di stagioni. La voce è molto bella, si capisce, ma non outstanding. Il testo è piacevole, e ben interpretato, anche se ritorna il tema classico dell'innamorata con il cuore spezzato che rivede gli occhi di lui nella gente che incontra. Sarebbe poi da considerare che testo e musica non sono nemmeno farina del suo sacco (ma di quello di Diego Calvetti e Marco Cappelli), cosa che si poteva pretendere da una laureata al D.A.M.S. con 110. In conclusione la canzone è piacevole e noemi la interpreta bene e con una splendida voce, ma non è niente di eccezionale..diciamo che può andare bene per un sanremo moderno, ma poco più.

Per tutta la vita
andare avanti
cercare i tuoi occhi
negli occhi degli altri
far finta di niente
far finta che oggi
sia un giorno normale
un anno che passa
un anno in salita
che senso di vuoto
che brutta ferita
delusa da te, da me, da quello che non ti ho dato.

PS: il video non è sta figata, me ne rendo conto, ma ogni scarrafone è bell' a mamma soja. e poi siamo già sopra le 48 mila visite...

giovedì 4 marzo 2010




Inizia la lezione. Procedura civile. I tre "macro-tipi" di tutela: nozione e caratteri generali. iiiiihh...si apre la porta dell'aula con il tipico rumore che si fa quando chi entra [sic.] cerca di farlo in silenzio. Non vedo chi è stato, l'entrata è alle mie spalle. La lezione continua...poche manciate di secondi e...una schiena piuttosto slanciata e dei capelli lunghi, appena-appena mossi e freschi di shampoo e balsamo si siedono davanti a me. Via il cappotto corto di lana blu scuro, che finisce tra la schiena e lo schienale basso del banco-panca tipico delle aule universitarie dell'anteguerra. Armeggiare di mani e borsa per cercare, probabilmente, quaderno e penna destinati agli appunti. probabilmente perchè non vedo bene, la sua schiena copre, ovviamente e piacevolmente, la visuale. Poi, di colpo, i gomiti si alzano. Le mani si cercano dietro la nuca e con pochi e veloci movimenti e un piccolo elastico nero i capelli vanno a formare uno chignon improvvisato, spettinato ma per questo elegante, proprio dove la testa guarda il cielo appena più indietro. La nuca e il collo adesso si mostrano sottili e silenziosi, ma sicuramente gioiosi per la luce e la nuova aria ritrovati. Le piccole scapole sporgenti e spigolose -evidenti attaccature di ali d'angelo- si muovono a scatti sotto il maglione nero in grigio antracite pettinata e fanno ondeggiare impercettibilmente le piccole ciocche dorate che dalla nuca sono scivolate dalle dita e sfuggite all'elastico. Gli orecchi sottili, ben fatti come di ceramica, sono leggermente rossi ai lati per il caldo dell'aula. Lasciano pendere due piccole pietre cilindriche e piatte color basalto. Basalto che danza con ritmo ad ogni parola scritta sul foglio, improvvisando di tanto in tanto un passo improvviso e dissonante dovuto forse ad una nuova mira degli occhi.
...la tutela cautelare è una tutela strumentale di secondo grado, ovvero oltre a ...

martedì 2 marzo 2010

Erri De Luca - Il Peso della Farfalla

Musica - franco battaito - l'animale






















Selvatico. Questo racconto-libro parla ai sensi e cerca di risvegliarli attraverso un metodo tipicamente occidentale che adesso cercherò di spiegare. Un carattere tipico dell'occidente sembra quello di creare schemi logici che definiscono o cercano di definire, ciò che possiamo definire usando un'espressione ampia natura umana. Per fare un esempio possiamo dire che il concetto di gerarchia è nato con la cultura greca e che prima era totalmente sconosciuto. Risultato: si creano delle divisioni tra gli uomini che possono essere le più varie. Risultato immediatamente successivo: la gerarchia crea le classi e queste sono in relazione, anche solo potenziale, tra loro. Lo schiavo è non è un essere umano? Certo, ma almeno in potenza può riconoscere se stesso e ciò che è diverso da lui in una relazione di tipo negativo (del tipo: io non sono tutto quello che lui è). Però io sono pur qualcosa.
Per tornare al libro: è presentata la sfida tra l'uomo-cacciatore e il camoscio-re-della-montagna. L'animalità del camoscio e della fauna in generale, è totalmente altro rispetto a quella dell'uomo. I nostri sensi non sono paragonabili ai loro. Per noi tutto è filtrato dalla ragione. Questo è descritto molto bene e la sfida cacciatore-camoscio decreta la nostra ineluttabile sconfitta e la logica [sic.] manifesta inferiorità. Questa nostra mancanza congenita però, ci fa apprezzare da osservatori privilegiati la vita allo stato selvaggio, puro.
Anche di donne si cerca di raccontare. di una donna che entra nella vita del cacciatore o meglio, vi passa a fianco sfiorandola appena ma cambiandola del tutto. Come se l'uomo a contatto con l'altro sesso sia destinato a ritornare l'animale che ha dentro, fuori da ogni schema e da ogni spiegazione che lui cerchi di dare.