domenica 18 maggio 2014

dieci a mezzanotte

musica - eurydice - the pains of being pure at heart, live (ascolta mentre leggi)(meglio la versione studio qui su spotify, ma se non avete l'account...)
fotografia - gp - monti lessini - d90 f/4.8 t:1/250 ISO:400



Ho visto viaggiatori serali su regionali veloci che si concedono una certa quantità del tempo di viaggio per dormire. Ma dormire in un modo particolare, direi atavico. Cullati come un tempo, quando, neonati, erano gli altri a decidere il loro ritmo circadiano. Guardarli fa sorridere, ma dà anche un retrogusto, per così dire, felice alla faccenda ritorno-di-fine-giornata.

Chi con le cuffie ficcate dentro gli orecchi e con la testa coperta da una coppola a quadri blu e gialli di cotone leggero -per la primavera, che non vuole arrivare, ma spera di propiziare- avvicina il mento al torace e un po' per la musica, un po' per i binari che fanno dondolare le carrozze, dà dei piccoli colpi col mento sullo sterno, in una strana danza. Non troppo forti, non troppo bruschi, quasi per simulare un ballo sincopato. I capelli cortissimi e bianchi che spuntano ai lati della coppola fanno sperare in un pezzo dei The Who in quelle cuffie. Magari, invece, si fa cullare da un brano shogaze, che vista l'ora e l'occhio nascosto dalla palpebra spiegherebbe molte cose, ma non riesco a sentire...

Chi incassa appena la testa tra le spalle. Flette lentamente il collo in avanti. Lentamente, piega piano, piano, quasi impercettibilmente, la testa verso il basso. 
Piega... piega... piega e poi BAM! ritorna diritto. In posizione di partenza, senza aprire mai gli occhi che tanto la strada da fare la conosce bene. 
Infatti ricomincia: scende piano piano, piega... e BAM! su di nuovo. 
Puoi passare parecchi minuti pensando che prima o poi si sveglierà, oppure che un colpo da un momento all'altro farà rotolare la testa sul sedile di fronte. Invece niente, continua così, presumibilmente fino alla sua fermata senza svegliarsi... 

Chi preferisce stare con la testa di lato. Destra o sinistra non fa differenza. Si alternano. Se è molto stanco e gli capiti seduto di fianco può pure essere che intraveda in te e nella tua spalla un futuro da cuscino. Per fartelo capire ci si appoggia a quella spalla. Ma sono momenti di rara vita vissuta, da raccontare con qualche messaggio su WhatsApp, proprio mentre ti succede e magari da incorniciare con un autoscatto (li chiamano selfie...ma ce n'era bisogno?). Forse un po' di compagnia, in fondo, la fa anche... 

Chi con la faccia stanca dalla giornata di sveglia-treno-lavoro-capo-che-ti-insegue-pranzo-lavoro-pausa-caffè-colleghi-che-salutano-treno sa bene cosa fare. Finalmente. Sul suo treno di casa. Troppo abituato a quel sedile dondolante per non approfittarne un po'. Appena si parte le mani fanno una specie di palla con il maglione, quasi in automatico. La testa trova subito il suo posto sopra quel maglione, con sotto quel poggiatesta, un mezzo sorriso compiaciuto e... 

Chi con le gambe magre di ragazza distratta, se ne sta raggomitolata in prima classe - che ogni tanto si inventano di far diventare seconda - su sedili un po' più ampi del solito, ma scomodi uguale. Tutta raccolta con piedi e ginocchia incastrate sul sedile. Tolte le scarpe e appoggiate con strana cura appena sotto il sedile. Vicine. Le braccia raccolte, i gomiti bianchi dell'inverno uno contro l'altro e le mani aggrappate tra loro sotto la guancia. Arricciata addosso a labbra appena aperte...

finito il tempo. nuovo giorno.
nuova notte. buona