domenica 28 febbraio 2010
L'elefante scomparso - Haruki Murakami
Racconti. Non-genere letterario, ma piacevole modo d'incontrare uno scrittore. Piacevole, in primo luogo, alla lettura per il modo semplice, immediato e allo stesso tempo sbalorditivo con cui ti apre le porte di micro-mondi fantastici appena tratteggiati. In un racconto non si può certo scavare profondamente la psicologia di un paesaggio o descrivere compiutamente il tramonto di un personaggio. O il contrario. L'autore giapponese però sorprende per la facilità con cui avvicina il lettore alle sue creazioni anche soltanto presentandoci una piccola e non eclatante, ma ben identificabile fobia-mania-tic del protagonista. La fantasia che esce da questi racconti prende quasi alla sprovvista e sembra più reale che mai. Condito da citazioni musicali di primo livello e da altrettanto interessanti letture il libro si articola in 17 storie che pur non intrecciate, qualche addentellato, per ritrovare alcuni personaggi, lo danno. Una cosa sembra però da sottolineare. Questi racconti sono molto occidentali, perlomeno per i contenuti e la forma. Mi aspettavo di trovare un divario tra la forma del racconto di uno scrittore del sol levante e il nostro, ma mi sbagliavo. Poco male perchè a volte cercando una cosa e non trovandola se ne trova un altra, magari migliore. Cos'ho trovato? Uno scrittore molto bravo a disegnare le scene che prendono forma sotto i nostri occhi tra linee d'inchiostro nero su classico sfondo bianco. Direi che i suoi disegni sono in technicolor, vividi, perfettamente a fuoco, ma soprattutto riescono a spostare l'attenzione da una parte all'altra del quadro con velocità, precisione e senza nemmeno farti accorgere di spostare gli occhi. della mente.
Bufo bufo
Sta iniziando la stagione riproduttiva del Rospo comune (Bufo bufo ).
lunedì 22 febbraio 2010
Wu ming 4 - stella del mattino
come sai gli addii non sono il mio forte. Quindi non prendertela, ti prego, per questa fuga clandestina. Ti lascio queste poche righe e il mio libro. Conservalo per il mio ritorno. E magari nel frattempo scegli un paio di capitoli da mandare a quell'editore americano di cui ti ho parlato. Offre una bella cifra per un'anticipazione, potrà servirti per gli affari del negozio. Non ti offendere, io non accetteri comunque quei soldi e tanto vale che questo fiume d'inchiostro sia utile a qualcuno. A me è servito per capire un paio di cose. All'inizio speravo che mettendo i dubbi e le incertezze sulla carta sarei riuscito a rielaborare il mio cammino, a convincermi di quanto sia stato giusto o sbagliato. Alla fine mi accorgo che il libro è l'argomentazione di uno che non ha mai visto le cose con chiarezza. Ma adesso penso che forse non è poi così importante. Vedere con chiarezza è un illusione, un effetto ottico. Perlopiù facciamo quello che facciamo in modo inconscio, alla cieca. Pretendere di decifrare alla cieca ciò che siamo serve a illuderci di dominare la strada percorsa. E' un esercizio di vanità. Le cose accadono. Noi possiamo solo fare del nostro meglio per restare in sella.
Tuo,
T. E. Lawrence
Già buttando un occhio al cast, la storia appare molto promettente, romanzo storico arricchito da biografie di grandi personaggi di inizio secolo quali J.R.R. Tolkien, Robert Graves o Lawrence d'Arabia. E gli incisi biografici dei protagonisti della storia, stampati sul risvolto di copertina non sono solamente cool, bensì essenziali per non perdersi nel labirinto di storie che si intrecciano nel libro. Come gli altri libri del collettivo (anche se questo ricordo che è un libro solista di uno dei componenti) non delude le aspettative. In questo caso però, rispetto a libri come Q, Manituana o 54, in Stella del mattino si predilige la psicologia dei personaggi, e in questo senso anche i dialoghi (i protagonisti sono tutti giovani reduci della grande guerra, con i loro vecchi sogni ed i loro incubi ricorrenti), alla storia delle azioni. Vale la pena di leggerlo? Sicuramente sì. Come tutti gli altri libri del collettivo, anche questo è scaricabile gratuitamente dal sito (sito fra l'altro molto completo e ben curato); in particolare, esiste anche un blog dedicato interamente a Stella del mattino che è www.wumingfoundation.com/italiano/stelladelmattino/
"Una boiata, proprio come Q" - Libero
(commento critico di Libero nei confronti di Altai, altro romanzo del collettivo. Sufficiente per avvicinare il lettore alle opere del collettivo)
sabato 20 febbraio 2010
Journal Club: diffusione della neurodegenerazione
Fonte: frost b. and diamond m.i. (2010) nat rev neurosci 11(3):155-9
Malattie neurodegenerative prioniche hanno la particolarità di essere trasmissibili. La proteina causa della neurodegenerazione, il prione, è in grado di essere trasmessa da un ospite all'altro, causando neurodegenerazione nel nuovo ospite (motivo per cui sono state bruciate migliaia di bovini durante la crisi sanitaria della mucca pazza). Possiamo pensare la proteina prionica come uno zombie, che quando incontra un gruppo di persone sane (nel nostro caso proteine) le infetta e queste diventano zombie a loro volta induttrici di infezioni.
Malattine neurodegenerative di altro stampo, come Alzheimer, Parkinson o Demenza Fronto Temporale (DFT) non sono invece mai state osservate diffondere da un organismo all'altro. Esse sono anche classificate come malattie neurodegenerative della vecchiaia, in quanto insorgono in età avanzata a causa dell'accumulo di proteine misfoldate (non correttamente ripiegate e quindi non in grado di svolgere la loro funzione) che la cellula non riesce più a smaltire o ad ignorare.
Cio di cui si discute però in una review di Frost e Diamond apparsa su Nature Neuroscience la scorsa settimana è della possibilità di diffusione di tali patologie attraverso meccanismi di stampo prionico (vedi sopra).
Riassumento in pochi punti cardine, gli autori osservano che:
(a) vi è una certa diffusione sequenziale della neurodegenerazione fra regioni adiacenti del sistema nervoso;
(b) proteine "difettose" (zombie) sono in grado di indurre strutture non funzionali (zombie di seconda generazione) in proteine sane;
(c) cellule sane possono neurodegenerare se poste in coltura con cellule malate;
(d) aggregati di proteine misfoldate vengono vengono facilmente internalizzati da cellule sane dove possono indurre misfolding come anticipato in (b), inoltre anche dal mezzo extracellulare pare possano comunicare con l'interno e indurre la neurodegenerazione di cellule altrimenti sane.
Va comunque puntualizzato che le malattie neurodegenerative descritte non sono in grado di diffondere fra organismi, cosa che avviene invece per le prionopatie. La review discute essenzialmente di una similitudine nei meccanismi di diffusione fra malattine prioniche e altre malattie neurodegenerative dovute all'accumulo di proteine malfunzionanti, non inter ma intraorganismo.