domenica 26 febbraio 2012

diei a mezzanotte

musica - mississipi isabel - king charles (ascolta mentre leggi)
fotografia - gp - rosolina mare foci, dell'adige - sony alpha 100 - f 5 t 1/40 ISO:400


sei solo quando accendi la luce di una abat-jour rossa sopra il comò. sei solo quando provi a pronunciare parole francesi. sei solo quando assaggi la lingua di un'altra persona. sei solo quando fai colazione il mattino presto con una leggera nebbia alla finestra. sei solo quando dipingi quadri che vorresti stupissero come quelli di Caravaggio. sei solo quando sei fermo in macchina per i carri di carnevale che occupano la strada una domenica in cui il carnevale è già finito. sei solo quando passeggi per le calli di Venezia, la magica Venezia. quando scopri che è sbocciato un fiore proprio della terra che ti passa vicino ogni giorno e che pensavi fosse sterile. sei solo quando ti sporchi. quando ti lavi. sei solo quando piove e vorresti continuasse fino ad annegare. quando nuoti nella piscina della tua città. quando passeggi per marciapiedi mai visti. sei solo quando le pubblicità dei manifesti ti disgustano. quando prepari da mangiare per gli ospiti. Sei solo quando lavi i piatti. quando ti addormenti in cucina. quando apri la finestra perchè entri un po' d'aria. sei solo quando qualcuno suona al tuo campanello. quando lo fai entrare. sei solo quando quando stai sul divano per ore senza sapere da quante, ore. sei solo quando guardi l'orologio, che non ti passa mai.
sei solo quando stai male.
sei solo quando cadi. quando corri. quando parti. quando vedi il più bel tramonto degli ultimi mesi. sei solo quando chiudi le tende. quando guardi qualcuno che ti sembra di conoscere, ma che non hai il coraggio di interrogare. sei solo a scuola. alla fermata dell'autobus mentre ascolti a tutto volume Rebel Rebel nelle cuffie. sei solo quando parli. quando ascolti la tua musica. sei solo quando sei ad un concerto con un casino di persone sudate attorno. alla gara più importante dell'anno. sei solo quando di anni ne hai già un bel po' e ti sembra impossibile di essere rimasto solo. sei solo, anche, quando sei solo. quando preghi. quando caghi. quando ti fai la barba. quando non hai voglia di farti la barba. sei solo quando stai baciando le tette più belle e ti ci vorresti aggrappare a quelle tette per un bel po'. sei solo quando perdi l'appiglio dell'arrampicata più difficile del mese. quando devi digerire. sei solo quando rutti. quando scappi. quando vedi un segnale di dare la precedenza. quando ascolti un disco dei Pearl Jam. sei solo quando fai colazione senza cereali ma con la spremuta. sei solo quando... quando sei solo che ti vengo a trovare? sei solo quando voli. Sei solo a Barcellona, Cambridge, Malmoe, Vienna, Londra, Firenze. sei solo di notte sul treno mentre ti raccontano la barzelletta più divertente degli ultimi anni..che è da un po' che non ti fanno ridere. sei solo quando guardi la tv. quando la tv ti guarda. sei solo quando sei al mare.
sei solo quando spari cazzate e tutti ridono. sei solo quando muore qualcuno in guerra e non sai ancora perchè. sei solo quando dici ovvietà da bar sport. sei solo quando le ovvietà da bar sport le trovi nelle trincee quotidiane della vita. sei solo quando leggi. quando navighi. quando partorisci, sei sola. quando cresci. quando impari a piegare le magliette. quando stiri. quando parli ad un pubblico adulto. quando fai meravigliare un bambino che ti ascolta come fossi il mago delle fiabe. sei solo quando studi il cerebellum di un topo di tre mesi. sei solo in mezzo agli eschimesi. sei solo quando arrivi a casa dopo due giorni, o forse ti senti solo.

sei solo anche quando..no non è vero, non sei solo quando sei..








mercoledì 18 gennaio 2012

mezzanotte e... una torta di mele

Musica - m83 we own the sky (ascolta prima di ascoltare il mare)

Niente.
Tutto bianco, abbacinante, senza colori. Non un odore, non un sapore. 
Silenzio, da sempre, senza pause.
La pelle fredda non prova alcunché.
Si apre una porta. D'improvviso sento il rumore delle onde; guardo dentro e vedo l'azzurro del cielo che si specchia nell'acqua. 
Entro e l'odore del mare mi arriva dritto in fronte e il sapore del sale mi ha già seccato le labbra. Posso toccare l'acqua che il vento mi porta sulla faccia a piccoli spruzzi, emulsione di luce aria acqua sale sole.    Lei.

I primi passi e le orme sulla sabbia lo urlano chiaro. Prendo tempo, gioco con una conchiglia distratto e attento al ritmo del mare. Attento. distratto. distratto. attento. Ascolto le poche parole che escono a fatica dalla sua bocca, per capire dove va tutta questa acqua. Questo mare che mi piace parecchio senza sapere il motivo, forse perchè non riesco a conoscerlo. Pochi scambi di battute vaghi accompagnano il suono del vento tra gli scogli che affiorano. Tutto si confonde e sembra svanire con le impronte veloci e fitte di granchi dispersi dalla tempesta.

Sto per perdere di nuovo. Perdere?

Perchè quando vuoi tenere per te il mare devi evitare di commetter lo sbaglio più grande: cercare di prenderlo con la mano e stringerlo forte per imprigionarlo. Tenerlo lì con te. Ti accorgi che più stringi il pugno, più l'acqua scappa da ogni parte e soltanto il salmastro resta nel tuo palmo a ricordarti quanto bello poteva essere e invece non è stato. Puoi solo leccarlo per farlo sparire nella gola.
Nel mare ti puoi tutt'al più immergere. Se lo vuoi con te devi spogliarti e incamminarti contro le onde. Bagnarti.
Partendo dai piedi, passando alle gambe. Abbassi le mani per entrarci con le dita. Avanzi. La pancia e il petto fanno fatica ad accettare il freddo. Il cuore accelera e qualcosa ti dice, se ascolti. Alla fine il collo, la testa, i capelli e tutto. Solo allora il mare è con te. O meglio, tu sei con il mare.
Ti ci puoi buttare anche all'improvviso con una corsa alzando bene le ginocchia per arrivare prima possibile dove l'acqua è alta abbastanza per tuffarti. Senza pensare, d'un tratto, inventando una traiettoria. 

Il modo per starci lo puoi scegliere, forse. Ma non cercare di prenderlo. Il mare.

Amare è la più bella delle debolezze
E anche il modo peggiore di cadere 
all'infinito dall'alto di una muraglia 
Di perdere l'equilibrio quando si è 
appollaiati in cima ad una scala per 
cambiare 
una lampadina. 
Tahar Ben Lelloun, Cinquanta paradossi

venerdì 6 gennaio 2012

dieci a qualche ora di qualche cosa che forse finisce e forse inizia

musica - jonsi - tornado (ascolta e leggi il testo se hai voglia)
fotografia - gp - dalla finestra di camera mia - d90 f/4 t:1/400 ISO:200


Se ne hai una sola, tanto vale vederla nel modo migliore. Una sola cosa? Vediamo...
- tavoletta di cioccolato
- lista della spesa
- possibilità di inciampare
- calza con dentro il piede da accarezzare
- bottiglia di vino
- bocca che sbadiglia
- pausa tè mai bevuto
- luce dei lampioni
- finestra per guardarti
- voglia di rivederti

Passeggiare in una galleria del centro. Guardare avanti, dritto, un punto fisso. Vedere volti, avanzare. Guardare avanti e vedere volti. Non guardare volti e vedere avanti. Così per scelta. Per restare estranei. Capelli scuri di donne alte.  Guinzagli con cani stanchi. Berretti calati su fronti sorridenti. Le feste aiutano a distendere: visi, rughe, rapporti, tovaglie dismesse dall'anno prima. Cammino e sorrido. Penso che dietro di me non lascio niente. Mi giro. Invece no, qualcosa dietro c'è. Ci sono persone che scommetto sorridenti anche se posso vedere solo capelli o cappucci pelosi o berretti scuri o sciarpe colorate. Soffro il non poter dire la mia a chi mi vuole evitare. Forse c'è un tempo per stare zitti, in disparte, al freddo del distacco. Fino a quando non passa l'inverno. Che non vuol dire stare lì fermi ad aspettare. Vuol dire che bisogna mettersi a saltare sul letto ed essere felici. Saltare di gioia proprio sopra il materasso...
Scusate mi hanno detto che bisogna saltare sul tappeto davanti allo specchio non sopra il materasso...scusate.

finito il tempo. un nuovo giorno.
nuova notte. buona