mercoledì 18 gennaio 2012

mezzanotte e... una torta di mele

Musica - m83 we own the sky (ascolta prima di ascoltare il mare)

Niente.
Tutto bianco, abbacinante, senza colori. Non un odore, non un sapore. 
Silenzio, da sempre, senza pause.
La pelle fredda non prova alcunché.
Si apre una porta. D'improvviso sento il rumore delle onde; guardo dentro e vedo l'azzurro del cielo che si specchia nell'acqua. 
Entro e l'odore del mare mi arriva dritto in fronte e il sapore del sale mi ha già seccato le labbra. Posso toccare l'acqua che il vento mi porta sulla faccia a piccoli spruzzi, emulsione di luce aria acqua sale sole.    Lei.

I primi passi e le orme sulla sabbia lo urlano chiaro. Prendo tempo, gioco con una conchiglia distratto e attento al ritmo del mare. Attento. distratto. distratto. attento. Ascolto le poche parole che escono a fatica dalla sua bocca, per capire dove va tutta questa acqua. Questo mare che mi piace parecchio senza sapere il motivo, forse perchè non riesco a conoscerlo. Pochi scambi di battute vaghi accompagnano il suono del vento tra gli scogli che affiorano. Tutto si confonde e sembra svanire con le impronte veloci e fitte di granchi dispersi dalla tempesta.

Sto per perdere di nuovo. Perdere?

Perchè quando vuoi tenere per te il mare devi evitare di commetter lo sbaglio più grande: cercare di prenderlo con la mano e stringerlo forte per imprigionarlo. Tenerlo lì con te. Ti accorgi che più stringi il pugno, più l'acqua scappa da ogni parte e soltanto il salmastro resta nel tuo palmo a ricordarti quanto bello poteva essere e invece non è stato. Puoi solo leccarlo per farlo sparire nella gola.
Nel mare ti puoi tutt'al più immergere. Se lo vuoi con te devi spogliarti e incamminarti contro le onde. Bagnarti.
Partendo dai piedi, passando alle gambe. Abbassi le mani per entrarci con le dita. Avanzi. La pancia e il petto fanno fatica ad accettare il freddo. Il cuore accelera e qualcosa ti dice, se ascolti. Alla fine il collo, la testa, i capelli e tutto. Solo allora il mare è con te. O meglio, tu sei con il mare.
Ti ci puoi buttare anche all'improvviso con una corsa alzando bene le ginocchia per arrivare prima possibile dove l'acqua è alta abbastanza per tuffarti. Senza pensare, d'un tratto, inventando una traiettoria. 

Il modo per starci lo puoi scegliere, forse. Ma non cercare di prenderlo. Il mare.

Amare è la più bella delle debolezze
E anche il modo peggiore di cadere 
all'infinito dall'alto di una muraglia 
Di perdere l'equilibrio quando si è 
appollaiati in cima ad una scala per 
cambiare 
una lampadina. 
Tahar Ben Lelloun, Cinquanta paradossi

venerdì 6 gennaio 2012

dieci a qualche ora di qualche cosa che forse finisce e forse inizia

musica - jonsi - tornado (ascolta e leggi il testo se hai voglia)
fotografia - gp - dalla finestra di camera mia - d90 f/4 t:1/400 ISO:200


Se ne hai una sola, tanto vale vederla nel modo migliore. Una sola cosa? Vediamo...
- tavoletta di cioccolato
- lista della spesa
- possibilità di inciampare
- calza con dentro il piede da accarezzare
- bottiglia di vino
- bocca che sbadiglia
- pausa tè mai bevuto
- luce dei lampioni
- finestra per guardarti
- voglia di rivederti

Passeggiare in una galleria del centro. Guardare avanti, dritto, un punto fisso. Vedere volti, avanzare. Guardare avanti e vedere volti. Non guardare volti e vedere avanti. Così per scelta. Per restare estranei. Capelli scuri di donne alte.  Guinzagli con cani stanchi. Berretti calati su fronti sorridenti. Le feste aiutano a distendere: visi, rughe, rapporti, tovaglie dismesse dall'anno prima. Cammino e sorrido. Penso che dietro di me non lascio niente. Mi giro. Invece no, qualcosa dietro c'è. Ci sono persone che scommetto sorridenti anche se posso vedere solo capelli o cappucci pelosi o berretti scuri o sciarpe colorate. Soffro il non poter dire la mia a chi mi vuole evitare. Forse c'è un tempo per stare zitti, in disparte, al freddo del distacco. Fino a quando non passa l'inverno. Che non vuol dire stare lì fermi ad aspettare. Vuol dire che bisogna mettersi a saltare sul letto ed essere felici. Saltare di gioia proprio sopra il materasso...
Scusate mi hanno detto che bisogna saltare sul tappeto davanti allo specchio non sopra il materasso...scusate.

finito il tempo. un nuovo giorno.
nuova notte. buona