domenica 28 febbraio 2010

Musica - pearl jam - just breath
Fotografia - fellini - la dolce vita
Tempo di lettura - forse troppo?


Lienna canta proprio bene. Ieri sera particolarmente.
La luce dei sui occhi era quella tipica della ragazza giovane e spensierata che si gode un po' d'Italia dimenticando tutto il nord che ha alle spalle. Già, viene proprio dal nord. Svezia. Ma non ha niente della svedese che sta passando proprio adesso davanti alla vostra mente. Castana, non molto alta e carnagione...beh, non proprio scura certo, ma nemmeno roast-beaf like. Ovvero bianchiccia se cruda, rossa se cotta appena al sole. Il resto ve lo lascio immaginare. Diciamo che il suo viso e la sua persona possono essere quelli tipici di una ragazza perfetta (per voi) al 90%. facciamo 95%. Arriva dalla Svezia con il suo gruppo. Una garage band non molto nota, ma che si dà da fare per ovviare al problema. quello di tutte le band. Due chitarre (maschili John e Amalmani nome d'arte credo, ma non ho approfondito. il secondo ha chiare origini indiane sul viso) e voce. La sua.
Si parte con una cover di E. Vedder, Hard Sun. sì, quello dei pealr jam. sì quella di into the wild. Un po' rauca Lienna, il giusto. Squilla in certe note, ma il "tono" in più lo dà la felicità che si legge sulla sua bocca nei suoi occhi e nelle mani che non stano ferme un attimo. si muovono lentamente ad accarezzare un poco l'aria lì intorno. Ogni tanto la testa si china dolcemente da un lato e gli occhi cercano qualcosa in fondo alla sala, tra le luci soffuse e le note che si accumulano e ritornano. Gli occhi. Cercano poi qualcosa in basso a sinistra, giù dal palco. Chissà cosa stanno trovando. Se le note di fanno più difficili gli stessi occhi si dimenticano della cosa-in-basso-a-sinistra e si avvicinano aggrottando appena appena la fronte e bloccando le labbra giusto il tempo di finirla. quella nota. per poi tornare a ridere.
Una dopo l'altra le canzoni passano. manca la parte ritmica. basso e batteria ogni tanto si fanno rimpiangere, ma solo in alcuni brani. L'esibizione sta per finire, ma io sto ancora guardando lei. Fix You per finire. Perfetta. La voce è stanca e un po' si sente. Forse è proprio questo che rende questo brano adatta a lei. La sto ancora guardando. A pensarci adesso sembra impossibile. Appena qualche mese fa dopo averla vista su youtube l'ho contattata per proporle un locale della mia città che fa suonare gruppi emergenti. In pratica quello che il suo gruppo chiedeva da myspace. Molte mail e qualche incomprensione dopo, sono riusciti a trovare altri sei locali nelle vicinanze e raggrupparli in giorni vicini, così da ottimizzare il tempo-denaro. Ed eccola qui che sta già finendo la sua serata. e la mia, mille volte immaginata nella testa.
Fin. sembra di vederla quella scritta, come nei film francesi.
Ora il più difficile. tornare a parlarle. Sì perchè prima del concerto era tutto più facile: lei che si presenta e ci parla delle sue modifiche alla scaletta, mentre i due chitarristi sistemano gli strumenti in macchina per lasciare la stazione e dirigersi al locale. Un caffè che la fa ridere per le dimensioni troppo ridotte. Una battuta sul tempo, sul sole. Poi il check. Qualche sguardo rubato. da parte mia ovviamente. Un vortice insomma che risucchia il tempo facendolo roteare su se stesso in un cono della durata di pochissimi battiti di ciglia e cuore. Ma ora il tempo sembra fermarsi. Lei è li in silenzio. Un silenzio sottile sottile che pare un collo di Modigliani. o almeno è quello che mi viene in mente. Cerco di incrociare il suo sguardo con il mio, ma non sembra possibile. Lunghezza d'onda diverse. Invece no. Un'attimo. Apnea. Si avvicina. Mi chiede come è stato.
Si parla un po', sempre tra brevi silenzi per trovar le parole. e i sorrisi di entrambi per riempirli quei silenzi. L'imbarazzo lascia via via il posto alla confidenza che si addice a qualche bicchiere di vino dopo. Simpatica, oltre che bella da far male la fronte come quando bevi qualcosa di troppo freddo. Sembra che la musica più bella di tutti i tempi stia uscendo da quella bocca a poche spanne dalla mia. violini. forse può dare l'idea. Una mano. non mia. sulla spalla. la sua. I capelli di lei che ondeggiano e prendono il posto del suo viso che ora guarda dietro la sua spalla. labbra che si incontrano distrattamente. a poche spanne dalle mie. era il chitarrista. il semi-indiano.
Non ho guardato oltre. Ho visto, certo. La serata è continuata per qualche altra ora, ma non per me.
Immagini confuse che corrono a cento all'ora prima e dopo quei pochi secondi di capelli che ondeggiano e chiudono per sempre il sipario sul suo viso.





L'elefante scomparso - Haruki Murakami





Racconti. Non-genere letterario, ma piacevole modo d'incontrare uno scrittore. Piacevole, in primo luogo, alla lettura per il modo semplice, immediato e allo stesso tempo sbalorditivo con cui ti apre le porte di micro-mondi fantastici appena tratteggiati. In un racconto non si può certo scavare profondamente la psicologia di un paesaggio o descrivere compiutamente il tramonto di un personaggio. O il contrario. L'autore giapponese però sorprende per la facilità con cui avvicina il lettore alle sue creazioni anche soltanto presentandoci una piccola e non eclatante, ma ben identificabile fobia-mania-tic del protagonista. La fantasia che esce da questi racconti prende quasi alla sprovvista e sembra più reale che mai. Condito da citazioni musicali di primo livello e da altrettanto interessanti letture il libro si articola in 17 storie che pur non intrecciate, qualche addentellato, per ritrovare alcuni personaggi, lo danno. Una cosa sembra però da sottolineare. Questi racconti sono molto occidentali, perlomeno per i contenuti e la forma. Mi aspettavo di trovare un divario tra la forma del racconto di uno scrittore del sol levante e il nostro, ma mi sbagliavo. Poco male perchè a volte cercando una cosa e non trovandola se ne trova un altra, magari migliore. Cos'ho trovato? Uno scrittore molto bravo a disegnare le scene che prendono forma sotto i nostri occhi tra linee d'inchiostro nero su classico sfondo bianco. Direi che i suoi disegni sono in technicolor, vividi, perfettamente a fuoco, ma soprattutto riescono a spostare l'attenzione da una parte all'altra del quadro con velocità, precisione e senza nemmeno farti accorgere di spostare gli occhi. della mente.

Bufo bufo




Sta iniziando la stagione riproduttiva del Rospo comune (Bufo bufo ).
Anche quest'anno gli ormai poco comuni rospi stanno profittando di queste piovose serate di fine inverno per abbandonare i loro rifugi nelle colline e montagne e portarsi nelle canalette e nei piccoli corsi d'acqua in cui, tradizionalmente e ostinatamente, si incontrano per accoppiarsi e deporre le uova.
Incuranti delle strade trafficate i rospo vengono in questa fase decimati a centinaia ogni anno, motivo che ha spinto alcune associazioni animaliste ed ambientaliste ad organizzare degli interventi di soccorso nelle zone sensibili.
Il Parco dei Colli Euganei ha attrezzato dei sottopassi a Valsanzibio e Valle S.Giorgio e provvederà anche quest'anno a porre lungo le strade di maggior passaggio delle retine antiattraversamento che incanalino questi paffuti anfibi nei fori appositamente predisposti per il transito.
Molti rospi però non riescono ad usare i sottopassi, restano bloccati alle retine o attraversano nei punti in cui esse non sono presenti, rischiando l'impatto con gli autoveicoli che talvolta sfrecciano a grande velocità incuranti dei segnali che inducono a rallentare per i rospi.

SERVONO VOLONTARI quindi che si mettano in contatto con le associazioni patavine (ENPA, LAV, LAC e LIPU) per partecipare con loro alle serate salvarospi, condotte sia nel momento di migrazione verso i corsi d'acqua per la riproduzione, sia nel momento successivo di ritorno alle pendici boscate dei Colli.
Si tratta di un'ottima occasione per conoscersi, salvaguardare questi animali ormai scomparsi quasi ovunque in pianura ed ascoltare i rumori della notte ( in questo periodo per esempio si odono i richiami territoriali degli allocchi).
E' un'esperienza emozionante, ve lo assicuriamo, e bella anche per i bambini, purchè abbastanza grandi da stare diligentemente sul bordo della strada con gli adulti, le torce ed il giubbetto di sicurezza.
Se avete voglia di dedicare un'oretta a questa impresa contattateci (padova@lipu.it). Se siete a conoscenza di zone di attraveramento non seguite fatecelo sapere.



lunedì 22 febbraio 2010

Wu ming 4 - stella del mattino

Caro Robert,

come sai gli addii non sono il mio forte. Quindi non prendertela, ti prego, per questa fuga clandestina. Ti lascio queste poche righe e il mio libro. Conservalo per il mio ritorno. E magari nel frattempo scegli un paio di capitoli da mandare a quell'editore americano di cui ti ho parlato. Offre una bella cifra per un'anticipazione, potrà servirti per gli affari del negozio. Non ti offendere, io non accetteri comunque quei soldi e tanto vale che questo fiume d'inchiostro sia utile a qualcuno. A me è servito per capire un paio di cose. All'inizio speravo che mettendo i dubbi e le incertezze sulla carta sarei riuscito a rielaborare il mio cammino, a convincermi di quanto sia stato giusto o sbagliato. Alla fine mi accorgo che il libro è l'argomentazione di uno che non ha mai visto le cose con chiarezza. Ma adesso penso che forse non è poi così importante. Vedere con chiarezza è un illusione, un effetto ottico. Perlopiù facciamo quello che facciamo in modo inconscio, alla cieca. Pretendere di decifrare alla cieca ciò che siamo serve a illuderci di dominare la strada percorsa. E' un esercizio di vanità. Le cose accadono. Noi possiamo solo fare del nostro meglio per restare in sella.

Tuo,

T. E. Lawrence



Già buttando un occhio al cast, la storia appare molto promettente, romanzo storico arricchito da biografie di grandi personaggi di inizio secolo quali J.R.R. Tolkien, Robert Graves o Lawrence d'Arabia. E gli incisi biografici dei protagonisti della storia, stampati sul risvolto di copertina non sono solamente cool, bensì essenziali per non perdersi nel labirinto di storie che si intrecciano nel libro. Come gli altri libri del collettivo (anche se questo ricordo che è un libro solista di uno dei componenti) non delude le aspettative. In questo caso però, rispetto a libri come Q, Manituana o 54, in Stella del mattino si predilige la psicologia dei personaggi, e in questo senso anche i dialoghi (i protagonisti sono tutti giovani reduci della grande guerra, con i loro vecchi sogni ed i loro incubi ricorrenti), alla storia delle azioni. Vale la pena di leggerlo? Sicuramente sì. Come tutti gli altri libri del collettivo, anche questo è scaricabile gratuitamente dal sito (sito fra l'altro molto completo e ben curato); in particolare, esiste anche un blog dedicato interamente a Stella del mattino che è www.wumingfoundation.com/italiano/stelladelmattino/


"Una boiata, proprio come Q" - Libero
(commento critico di Libero nei confronti di Altai, altro romanzo del collettivo. Sufficiente per avvicinare il lettore alle opere del collettivo)












sabato 20 febbraio 2010

Journal Club: diffusione della neurodegenerazione

Musica: anthony - the golden apples of the sun
Fonte: frost b. and diamond m.i. (2010) nat rev neurosci 11(3):155-9

Malattie neurodegenerative prioniche hanno la particolarità di essere trasmissibili. La proteina causa della neurodegenerazione, il prione, è in grado di essere trasmessa da un ospite all'altro, causando neurodegenerazione nel nuovo ospite (motivo per cui sono state bruciate migliaia di bovini durante la crisi sanitaria della mucca pazza). Possiamo pensare la proteina prionica come uno zombie, che quando incontra un gruppo di persone sane (nel nostro caso proteine) le infetta e queste diventano zombie a loro volta induttrici di infezioni.
Malattine neurodegenerative di altro stampo, come Alzheimer, Parkinson o Demenza Fronto Temporale (DFT) non sono invece mai state osservate diffondere da un organismo all'altro. Esse sono anche classificate come malattie neurodegenerative della vecchiaia, in quanto insorgono in età avanzata a causa dell'accumulo di proteine misfoldate (non correttamente ripiegate e quindi non in grado di svolgere la loro funzione) che la cellula non riesce più a smaltire o ad ignorare.
Cio di cui si discute però in una review di Frost e Diamond apparsa su Nature Neuroscience la scorsa settimana è della possibilità di diffusione di tali patologie attraverso meccanismi di stampo prionico (vedi sopra).
Riassumento in pochi punti cardine, gli autori osservano che:

(a) vi è una certa diffusione sequenziale della neurodegenerazione fra regioni adiacenti del sistema nervoso;

(b) proteine "difettose" (zombie) sono in grado di indurre strutture non funzionali (zombie di seconda generazione) in proteine sane;

(c) cellule sane possono neurodegenerare se poste in coltura con cellule malate;

(d) aggregati di proteine misfoldate vengono vengono facilmente internalizzati da cellule sane dove possono indurre misfolding come anticipato in (b), inoltre anche dal mezzo extracellulare pare possano comunicare con l'interno e indurre la neurodegenerazione di cellule altrimenti sane.

Va comunque puntualizzato che le malattie neurodegenerative descritte non sono in grado di diffondere fra organismi, cosa che avviene invece per le prionopatie. La review discute essenzialmente di una similitudine nei meccanismi di diffusione fra malattine prioniche e altre malattie neurodegenerative dovute all'accumulo di proteine malfunzionanti, non inter ma intraorganismo.
Sapere che queste malattie diffondono nell'organismo passando da cellula a cellula con certi meccanismi ha notevoli implicazioni sulla terapia farmacologica. In questo caso, potrebbe essere abbandonata la scelta di una azione generica verso la sopravvivenza neuronale per concentrarsi sull'abbattimento della diffusione delle proteine anomale mascherandole con anticorpi specifici. La necessità di caratterizzare il modello di diffusione della neurodegenerazione è data dal fatto che tutta una classe di malattie più o meno studiate sono conseguenza dell'accumulo di proteine malfunzionanti che la cellula non riesce ad utilizzare. Quindi si tratta non di spiegare parte del meccanismo di una patologia, ma uno dei passaggi chiave della biologia cellulare di molte neuropatologie dell'età adulta.