martedì 28 settembre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - the cure - lullaby (ascolta mentre leggi)
Fotografia - gp - mc nel furgone vicino budapest


Ripeto. In alcuni casi l'espropriazione può colpire un soggetto diverso dall'originario debitore divenendo parte del processo di esecuzione. Appoggio la tempia destra sul gomito. Destro. Poi prendo la felpa e la metto tra questo e quella perchè altrimenti, penso, quando alzo la faccia mi ritrovo con dei segni rossi che neanche quando facevo figure con Giuliano e i suoi guantoni ero così preso male. E lui era 102 chili d'inverno. E lui, lo sentivi. Continuo a ripetere. Una rete da tennis, un campo di terra battuta che non sporca le scarpe, la rete che si alza. Sento matite che cadono a terra qualche scrivania più in là nello spazio fisico, ma lontanissime nello spazio e nel tempo della mia mente dalla vista appannata. L'udito pure. Una cerniera di uno zaino scambiata per un elefante immerso nell'acqua con in groppa un tipo indiano con un bastone verde. Il libro con le sue formiche nere sulle pagine bianche, mentre ricordo una frase di Casiraghy: chi scrive molto non conosce la bellezza delle pagine bianche. Vero. L'elefante si è spostato e il campo da tennis con la rete che si alza continua ad attrarre la mia attenzione; per via della pallina che si sposta senza rumore da una parte all'altra; il letto di foglie rosse che fredde, aspetta un momento, come può un capo essere così stronzo e rompere le palle ad una non-ancora-specializzanda; l'effetto doppler con le sirene delle ambulanze che non so perchè ma mi son sempre visto l'immagine di quei furgoni bianchi-con-le-strisce-rosse più che le onde sonore prodotte dalla sirena; ...
"Pensi di farcela senza luce?" mi chiede un tipo. Mi giro è a trenta metri, forse venticinque, più o meno la distanza di un allungo quando non ne hai..."Scusi?"provo con voce poco cavernosa, ma in realtà oltremodo cavernosa. Pensa di farcela ad uscire se spengo le luci?" "Ah..sì certo". Mi sono addormentato sul tavolo. Butto dentro i libri nello zaino e, senza aloni rossi in fronte, esco mettendomi la tuta cuscino. Comodo. "Buonasera"  provo." Beh, buonanotte!" ribatte ridendo la guardia giurata. Buonanotte

Finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte.
(ri)buona

domenica 26 settembre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - radiohead - karma police (ascolta mentre leggi)
Fotografia - polizia a genova

Distretto di polizia, canale 5 ore 21...circa. Telefilm, per chi non lo sapesse. Dopo cena
parte la sigla. Non conosco la trama, ma mi si fa un riassunto che non saprei molto ripetere, tranne per un blitz, un morto, una moglie che crede nella morte del morto, mentre in realtà...beh più o meno così. Il fox terrier che si mangia una giraffa, di gomma, è senz'altro la cosa più divertente. Ma non sullo schermo. Qui di fianco sul divano. Qualche commento a voce alta, risate complici per una coppia che sembra formarsi. Insomma un bel casino sti telefilm. "Qua troverà la prova adesso". Beh, mi sembra evidente che la giraffa inizi ad urlare! Anche lei partecipe. Gialla a macchie marroni, coda arancione e muso rosa. Carina anche se un po' rumorosa. "Il solito veneto...non l'ha scritta lui la poesia". "Scusa, cosa vorresti dire con il solito veneto?"..."No ma tu sei diverso..." "Ecco sì, sono frocio". I veneti non scrivono poesie... credo si sbagli perchè, che so, Andrea Zanotto è uno dei più grandi poeti del novecento...già ma chi se lo caga? Beh se non leggete è un problema. Non solo vostro. "Mamma!!!!" Devono aver sparato ad una protagonista o qualcosa del genere, ma la sigla mi impedisce di capire. Suspance...Kilocal da pool farma in farmacia. Insomma la televisione ..era da tanto che non la vedevo. Bene. Teniamone contro. Yanez mi riporta la giraffa...eccolo! Un pensiero geniale...eccolo

Finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte.
buona



sabato 25 settembre 2010

Sam Savage - Il lamento del bradipo

Musica - gianfranco manfredi - ma non è una malattia (ascolta mentre leggi)


Uno sfigato. Lasciato dalla moglie, dai collaboratori, la casa che cade a pezzi, gli affittuari che non pagano, editore di una rivista letteraria disastrosa che manda avanti da solo. Di casa esce di rado, e passa la maggior parte del suo tempo a scrivere corrispondenza. Scrive alla sua ex moglie, agli inquilini morosi, ai collaboratori. Le lettere sono raccolte nel romanzo, che descrive in quattro mesi di corrispondenza la vita del protagonista, Andy Whittaker. Originale nella storia e nel modo di proporla, la trama è l'evoluzione interiore del protagonista che prende coscienza del suo stato di disadattato e della necessità di andarsene dalla sua vita. Lettura piacevole e tutto sommato consigliabile.


Qualcosa è caduto dal cielo. Potrebbe essere neve. Potrebbero essere lacrime. Potrebbe essere la catena dei giorni. Pensa, la catena dei giorni che cade come la neve.

Me ne vado perché sono stufo, perché sono impaurito, perché sono triste. Ma la vera ragione è che ho smesso di trovare divertenti i miei scherzi. Ripensandoci, mi domando se lo siano mai stati, o se erano solo le mie risate a farmelo credere.
Il tuo fedele amico di penna
                                                                               Andrew Whittaker

domenica 19 settembre 2010

Sotoportego de la bissa

Musica - queen - one vision (ascolta mentre leggi)






Caro Paolo,
Venezia.

E potrei fermarmi qui. Ti basta questo nome e sapere che è domenica per capire cosa intendo. Ma continuo perchè qualcosa te le voglio raccontare (ricordare) lo stesso.
Mattina, fresco, ma con un bel sole. Treno preso per miracolo come al solito e via a dormire-leggere per 50 minuti. Anzi 45 perchè poi arrivi sul ponte della libertà e ti svegli a guardare l'acqua mossa dal vento. Ancora un po' e la vedi, sempre lì. Sull'acqua. Scendi e trovi sempre la stessa santa Lucia. Sempre lo stesso ponte degli scalzi, che quando ci sei sopra tira la solita aria di mare. Odore di sale. Scendi e c'è sempre il CAMPO SANTO col suo nome piuttosto lugubre e la chiesa di fianco alla calle che sembra che tu ci debba per forza entrare. Sempre CAMPO NAZARIO. Sempre CAMPO SAN GIACOMO DE L'ORIO. Oramai non seguo più le matte indicazioni PER SAN MARCO, PER RIALTO.
La strada è sempre quella e sempre diversa, ovvio. CAMPO SAN POLO con un'installazione della biennale e tre cani che si rincorrono tra loro, distratti ogni tanto dai piccioni. Sempre SOTOPORTEGO DE LA MADONETA con due veneziani di origine controllata a cui rubo soltanto un "el ga la mojere nova" e passo sorridendo. Arrivo a RIALTO e quei 43 scalini mi sembrano sempre più faticosi di quanto uno si può immaginare o aspettare. Forse perchè devi arrivarci con fatica sopra quel ponte per gustarti sempre la vista più bella. Passo girando soltanto la testa tra spallate, odori esotici, flash continui, pose improbabili e sorrisi sinceri. Almeno mi sembra. Dietro questo.. Canal Grande con la sua curva verso destra, leggera, che non ho ancora capito perchè mi sembra così bello, ma prima o poi ci riuscirò.

La statua di Goldoni sempre al suo posto. SOTOPORTEGO DE LA BISSA ha sempre quell'odore di piscio che ti dà la sveglia definitiva. PONTE DEI PRETI, poi svolto sulla sinistra e trovo sempre lì CAMPO SANTA MARIA FORMOSA. Sono in anticipo, la biblioteca è chiusa e quindi vado alla libreria che mi hai raccontato tu. Acqua alta, la miglior libreria del mondo, dice un cartello scritto a mano appena fuori dall'entrata. E' vero, almeno per me. Trovo il libraio che mi propone una stampa in 3D di dubbio valore ma di pessimo gusto di palazzo ducale..e ridiamo. Poi mi guarda e mi suggerisce di vedere l'altra stanza perchè merita...effettivamente merita, c'è una porta sul canale con una sedia dalle gambe mezze immerse nell'acqua. Veneziani!
Lo saluto ed entro in biblioteca schivando i tricicli colorati dei bambini della parrocchia che mi puntano le caviglie urlando come solo i bambini sanno... Sempre gli stessi occhi stanchi dei bibliotecari veneziani la domenica mattina. Sempre le stesse assi di legno che scricchiolano incredibilmente ad ogni passo. Sempre le solite voci dal di fuori di gondolieri che si urlano l'un l'altro tra un "this is Santa Maria Formosa" in perfetto venetian-english...Sempre il solito bar dispensatore di caffeina che ora spacciano ad un euro. Penso: questo è cambiato...non è da sempre così...
Poi immagino te e i tuoi starbucks e allora sorrido e non mi lamento per l'aumento. Ah, ce l'hai ancora la moka che ti ho regalato?

Sempre Venezia. Qualcosa però mi sfugge...non è da sempre così e non tanto per il caffè che è aumentato.
Ah ecco! Sarà che sei laggiù.
La chiamano Barcellona.

torno ai libri. un abbarccio
g

giovedì 16 settembre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - placebo - the never ending why (ascolta mentre guardi)
Fotografia - bw ospedale


Quest'estate sono finito ad ascoltare sei anziani signori rinchiusi in una stanza. D'ospedale. Avevo con me un blocco e una penna, oltre al solito libro. La sera avanzava e stavano per addormentarsi. Erano ben le nove, ma si sa che i ritmi da nosocomio sono un po' da manicomio... Deciso ad ascoltarli tra una battuta una partita dei mondiali alla radiolina, e un'infermiera con le flebo ho preso qualche appunto...
La to-se xe come i schei: chi li ga se li tiene!
[la tosse è come i soldi chi li ha se li tiene]
Gli altri ve li scrivo direttamente in italiano perchè...perchè
Toccato il fondo con i preti pedofili. Peggio degli animali. Ho sempre detto a mio figlio vai a messa, non andare al cinema che  preti non ti insegnano a fare del male. Invece...
Dalema ha distrutto i Bot e la povera gente. I Bot sono il risparmio della gente di una certa età.
Tassare e basta.
Un pezzo di pane  a tutti. Ma come? Il pane bisogna guadagnarselo anche. 
Se torna Pertini va a prendere Craxi dalla fossa e lo ammazza con le sue mani.
Se c'è scritto che la giustizia è uguale per tutti perchè chi ha i soldi si sceglie i migliori avvocati? Il vino bianco è bianco, il vino rosso è rosso.
Berlusconi è l'unico che mi dice qualcosa... Ha un carisma...non è stupido, sa difendersi, sa parlare. Calderone.

finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte.
buona

martedì 14 settembre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - paul gilbert - technical difficulties (ascolta mentre leggi)
Libro - robert m. pirsig - lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta



Lo zen e l'arte della riparazione del decespugliatore. Non so se sarebbe letto tanto quanto il libro che vedete sopra, ma di sicuro ne sarebbe ispirato. Pirsig cerca di spiegare le due categorie che compongono il mondo occidentale: quella romantica e quella classica. Per lui "una motocicletta funziona in totale accordo con le leggi della ragione, e uno studio dell'arte della manutenzione della motocicletta è veramente uno studio in miniatura dell'arte della razionalità stessa". Perchè non provare? Non ho la motocicletta, ma qualcosa che ci si avvicinasse mi è capitato tra le mani qualche giorno fa. 
Miscela, ok. Aria, chiusa. Pompo un po' per far arrivare il carburante. Blocco l'acceleratore. Tiro la fune di avviamento, partito. Apro l'aria, muore. Strano. Richiudo l'aria e riprovo, parte. Apro l'aria, muore. Ok devo perdere tempo? Mi incazzo e lo accendo tenendo l'aria non del tutto chiusa, rimane acceso ma fa un rumore strano. Ovvio c'è l'aria mezza chiusa. Ripenso al libro, alla motocicletta. 
Prendo la chiave toglicandela e la tolgo. La inserisco nella pipetta, appoggio la candela al metallo, tiro la fune  e fa la scintilla azzurra. La candela è a posto, penso. La pulisco per eccesso di zelo. Riprovo, parte, apro l'aria, muore. Effettivamente la candela non era nera alla base per cui non doveva essere quello il problema. Penso. Chissà cosa mi può suggerire questa visione classica del mondo. Penso. 

La falce...non sarebbe male no? Va a braccia e non si ferma se non ti fermi. Penso. Classicismo, romanticismo...qualcosa mi verrà in mente. Tolgo il filtro dell'aria e lo pulisco spolmonandomi. Rimetto a posto, parte, apro l'aria, muore. 
Penso. Do un'occhiata alla leva dell'aria. Non so perchè, ma lo faccio. Ispirazione romantica? Non so ma sta di fatto che mi accorgo che si è spostata per qualche motivo e quindi per aprire l'aria bisognava forzare di più sulla maledettissima levetta di plastica rossa. Bene, risolto il problema. Classicamente mi sono avvicinato allo studio in miniatura della razionalità.
Intanto da dentro: "Me deto na man a meter su le tende? Che no ghe rivo" "Sì va ben, rivo. Prima xe mejo che me lava le man..." [Mi dai una mano a rimettere le tende? Che non ci arrivo."Sì va bene, arrivo. Prima è meglio che mi lavi le mani...] 

finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte.  
buona




domenica 12 settembre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - deep purple - smoke on the water (ascolta mentre leggi)
Fotografia - gp - manu and mano



Avete presente la stessa M. di qualche post fa? Ha manie di protagonismo...perchè? Perchè ha deciso di farmi passare la serata al pronto soccorso. In breve: bici appoggiata al muretto. Equilibrio precario. Cade, ovvio. Dove? Sul polso destro proprio in corrispondenza  o meglio vicino alle vene che uno di solio si taglia per altri. ovvi. motivi. "Oh, mamma mia gabri! Mi son taiata (taiata)...qui ci voiono (voiono) i punti." Sangue poco per fortuna. Le chiedo dell'antitetanica e guarda caso l'ha fatta un mese fa. !?! Pensa te!? Uno si fa l'antitetanica preventiva per un tafano. Ma questa è un altra storia...
Camminiamo verso l'ospedale con un braccio ben in vista, una borsa da donna sulla spalla sbagliata, la mia, e un tovagliolo di dubbio igiene sopra la ferita l.c. (lacero contusa come scopriremo dopo pochi minuti). Arriviamo, compiliamo il modulo rispondendo cose più o meno assurde a domande più o meno assurde. Oltre al fatto che nel referto leggiamo che la ferita (lei sempre lei la signorina M.) è arrivata al pronto soccorso sola. E io? cioè, voglio dire è ovvio che uno poi si sente in diritto di scrivere ste cazzate. Aspettiamo una trentina di minuti passati a commentare miss italia trans e un paio di insignificanti dettagli delle passate miss che a parere suo erano quasi delle cozze ("non è vero!" mi sta dicendo). Arriva anche la chiamata di mia madre che si prende pure un colpo per il fatto del pronto soccorso. Proferisce due consigli da mamma tipo di darle del brodo caldo e cose del genere. Si passa al "ma è meglio vivere in città o in campagna?". Decidiamo che è meglio avere due case. Chiamano due signor nessuno all'area verde. Arriva Maria. Chiamano altri due. Entra anche la signorina.
Tranquillizziamo i parenti e gli amici assidui frequentatori di questo spazio digitale: due punti. una medicazione fra tre giorni. rimozione dei punti fra otto. Ah scusate!!! Anche un'anestesia locale non necessaria "perchè io sono una dura!!"
Con questi due ha totalizzato ben 21 punti...

finito il giorno. un nuovo giorno. nuova notte.
buona

venerdì 10 settembre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - jet link - up to my neck.. (ascolta mentre leggi)
Fotografia 1 - gp - uban, wien
Fotografia 2 - gp - egon schiele sul letto di morte




guardate le due foto. hanno quasi 100 anni di differenza. notate niente? guardate meglio. qualcosa di differente c'è. provo a dirlo. dove cazzo va tutta quella gente. dove guarda. perchè ha fretta. cosa pensano? cent'anni fa anche sul letto di morte avevamo un'espressione. si poteva scorgere un po' di empatia. prova a girare a piedi per la città. tuttalpiù ti vedono, ma non uno che guardi. per che poi? per correre, andare, fare. cosa? molto probabilmente niente.
"...sto cercando di dire che de il meglio della vita deve essere andare a farsi l'aperitivo in centro alle sei, con la macchina figa nel posto figo, oppure la domenica allo stadio, in alternativa alla passeggiata in centro oppure ogni tanto al bar o al cinema...beh ecco diciamo che mi sono davvero rotto i coglioni". 
Questo era Accorsi di Santamaradona. forse svela dove sta andando o cosa sta per fare tutta quella gente della prima foto. l'espressione di questo morto dice qualcos'altro. che ad esempio non bisogna sempre fare andare are are are...ma anche starsene da soli con la musica la pittura le foglie i gatti le nuvole il letto l'acqua il grano le monete il trapano lo stuzzicadenti o quel cazzo che volete. anche senza pensare. ma stare. con calma. con la cognizione del fatto che si è e si sta. razionali e romantici. non all'affannata ricerca del niente. non so che cos'ho detto però l'ho detto.




finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte.
buona

giovedì 9 settembre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - johnossi - there's a lot of things to do before you die (ascolta)
Fotografia - google



Vado al campo e trovo un gruppo di bambini di sei o sette anni che stanno giocando... a fare l'atletica. Li guardo. Inizio a scaldarmi, stretching, andature e allunghi. Il solito pre-allenameto, ma con un occhio che ogni tanto conta tutte quelle magliette colorate e ride. Alcuni partono dai blocchi di partenza, tre si stanno ammucchiando come i panni sporchi sul materasso dell'alto, mentre tutti gli altri si rincorrono confusamente sul prato con il fischietto di una ragazza da sottofondo. Inizio l'allenamento. 200 veloci, 200 di corsa-recupero. Fartlek, lo chiamano. Mi riconciliano con lo sport e con l'ovale mentre continuo a girare. 200 veloci. Recupero. Respiro affannoso e poco ossigeno al cervello, ovvio. Mi si avvicina un bambino. Sarà alto un metro e dieci. Mi dice qualcosa...

"a tartuga?"
"come scusa?" e mi abbasso sulle ginocchia per non guardarlo dall'alto.
"tu hai la tartaruga?" "Ah"...rido.."...sono i segni della maglietta".
Pausa con di fronte una faccia perplessa. "Però" aggiungo "se ti alleni bene e ascolti il tuo maestro correrai forte e poi ti viene la tartaruga". occhi che sorridono, convinti. "ma devi ascoltare il maestro" aggiungo mentre quello mi guarda e annuisce complice. "sì, sì. però oggi mi sono spaccato un dente." "addirittura?!?come?" "sono caduto là in fondo...dopo devo metterlo nella tomba" "beh, fai bene! anch'io mi sono rotto due denti. ho preso una gomitata. guarda, si vede che due pezzi sono di un colore diverso, sono finti"
"sì, è cero si vede. ma ti faceva male?" "un po' dai..." pausa... "ma poi ho fatto una corsa con i miei amici e mi è passato... vuoi provare, magari passa anche a te?" "sìììì... però partiamo dai blocchi" "va bene, ma solo se corri forte. ma come ti chiami?" "Mattia e tu?" "Gabriele. si arriva fino al maestro che ci da il via ok?"

Quattro corsie, quattro blocchi e dieci o dodici tra bambini e bambine che vogliono sfidarmi, sfidarsi, fare festa. Ridono, si spingono e mi guardano. Silenzio. "pronti? partenza...VIA!"

Tutti primi

finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte.
buona

mercoledì 8 settembre 2010

Israel kamakawiwo'ole..un nome improbabile

Musica - Israel Kamakawiwo'ole - Somewhere over the rainbow (ascolta mentre leggi)
Foto - google




Oggi, in collaborazione con la vicina del piano di sotto che rimarrà anonima per questioni di privacy, vi proporremo uno speciale su un cantante hawaiano che ancora non conosco, ma che ha scritto una canzone che secondo me è spettacolare...

Okay, cominciamo..accendo il registratore:

Pileo: Buonasera!
M: Kamakawiwo..ho ricontrollato!
P: M.? sto provando a fare un intervista seria..
...
P: ricominciamo..
M: ma che stai a fa'?
P: un intervista..mi pareva di essere stato chiaro..e che avessi acconsentito..
...
P: ok, saltiamo i convenevoli. Come si chiama il nostro personaggio del giorno?
M: israel"IZ" e il cognome..
P: e il cognome?! M!!! ah..lasciamo perdere che è meglio...

..intervista terminata ancor prima di aver capito di chi stiamo parlando..ecco cosa succede quando uno prova a fare qualcosa di sperimentale come improvvisare un intervista su facebook con una donna..(ndr)

M: comunque buonasera
P: vogliamo riprovarci?
M: non correre, intanto ho eliminato la Stefi..
P: io sono seduto
M: e io sdraiata, fa differenza?
P: beh, sicuramente  non stiamo correndo..
M: e sto ascoltando il suo album..Facing future del 1993
P: di chi stiamo parlando?
M: di Israel kamakawiwo'ole..tra gli pseudonomi anche Bruddah IZo Bradda IZ. è nato nel '59 a Oahu e morto nel '97 a Honolulu
P: morto di?
M: a 38 anni per problemi respiratori insorti a seguito di una grave forma di obesità: 340 kg per 188 cm.
P: carriera musicale? quando ha iniziato a suonare?
M: ha iniziato col fratello maggiore Skippy, a 11 anni..
P: Skippy? era un delfino? che cazzo di nome eh?
M: perchè quello suo invece?
P: in effetti...primi successi?
M: comunque la famiglia decise di trasferirsi a Makaha e li formò una band col fratello, dall 1976 ai primi anni 80. Suonavano in tour fin negli States e pubblicarono 10 album di successo
P: 10? il piu venduto?
M: credo Facing future del 1993..che gli valse un premio nel '94 come miglior artista dell'anno...però manca una parte..
P: in che senso?
M: nel 1982 il fratello morì e nello stesso anno lui sposò la sua amica d'infanzia Marlene (come le mele) che gli diede uan figlia di nome Wehi
P: qualche aneddoto? stiamo per esaurire lo spazio a disposizione..
M: wikipedia dice che divenne noto per le lotte a favore dei diritti degli aborigeni hawaiani e come attivitsta per l'indipendenza..
P: bene M., grazie per la collaborazione..posso chiederti il numero ora?
M: mi sembra un po prematuro..
P: ..ah..



lunedì 6 settembre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - spot bauli (ascolta prima di leggere)
Musica 2 - postal service - nothing better (ascolta mentre leggi)
Fotografia - google






I conservanti delle colombe Bauli sono di gran lunga i migliori. Niente a che vedere con le Paluani o le Melegatti. Abbiamo le prove. La settimana dopo pasqua abbiamo comperato una rilevante quantità di colombe a modico prezzo visto che la festa...era passata. L'entusiasmo iniziale della colomba ogni mattina è scemato dopo poco e così ci siamo ritrovati ad agosto con qattro colombe scadute da qualche settimana. Ai più è sembrato un problema, ma alla fine qualcuno ha suggerito di far girare la situazione a nostro vantaggio. Per amore della scienza mangiare le colombe scadute e vedere in che stato erano. La Melegatti in effetti era un po' rafferma ma gustosa, la Paluani era abbastanza unta da doverla mettere in frigo fino a poco prima di mangiarla. Oggi abbiamo assaggiato la Bauli e con grande sorpresa di tutti i commensali era in perfetta forma. Tripudio delle fauci. Potete stare certi che subito dopo la prossima pasqua (o il prossimo natale) faremo razzia del meglio del meglio tra i prodotti strafatti di conservanti. Bauli. Il jingle per rincoglionirci c'è già quindi...
Se invece andate alle poste portatevi un libro, perchè se trovate il pizzaiolo del quartiere che fa mercato con la tipa dietro il bancone, o sentite la signora lamentarsi che c'è solo uno sportello aperto e non funziona nemmeno il bancomat, o vedete la signora anziana che si finisce tutti i biglietti con il numerino perchè non sa come funzioni il tutto...beh c'è il rischio di tornare a casa e non pagarla quella bolletta. Che poi c'è la mora e ti prendi le parole che una cosa dovevi fare e non l'hai fatta...


Insegnamento del giorno: investire in prodotti Bauli e portarsi sempre un libro. Felicità a poco prezzo.


finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte
buona

domenica 5 settembre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - the shins - turn on me (ascolta mentre leggi)
Fotografia - luca carli - rovigno



Piove.

Se piove alla fine dell'estate io esco e cerco di bagnarmi. Fin che l'aria non è ancora troppo fredda. Le gocce che ti battono sulla testa. Io corro. La pioggia lucida l'asfalto sotto i piedi. Le bolle che nascono dalle pozzanghere, i piedi ci finiscono dentro e sorridono un poco scivolando. La maglietta bianca con la scritta rossa nutella, si appiccica e perde il colore o ne prende un altro del tutto simile alla pelle. L'aria è fresca e qualche verde-fluo e giallo li incontro, sfocati dall'acqua sulle sopracciglia. Sorriso complice, poi passano. Basse all'orizzonte, le nuvole, macchiano il cielo. Sono cumuli, non ricordo i nomi dovrò rileggere..sotto grigie e piatte, sopra bianche. Azzurro, quello che le nuvole non riescono a coprire. Non puoi fotografare un azzurro così. Non lo puoi rubare quel colore limpido che taglia gli occhi. Non c'è obbiettivo o filtro che riesca a catturarlo. Perchè il cielo è la cosa più difficile da fermare. Anzi, è il filtro degli occhi che ti frega. Sempre. Corro. Finito l'asfalto, iniziano i sassi con l'erba verde ai lati. I piedi spingono bene, ruota la caviglia, ginocchia alte, busto composto, collo diritto, braccia ordinate, ma soprattutto bacino alto. Lo senti quando il bacino ti si solleva e i piedi sembra non tocchino più terra, se non per quel brevissimo istante.. La pioggia il cielo la corsa una pellicola che si srotola piano. Un buco grande come una moneta sotto la spalla. Fatto con un tondino di acciaio temprato di un centimetro di diametro. Bello quell'acciaio. Spiove. Continuo a correre. E a fissare il cielo.

Spiove..
finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte
buona