domenica 19 settembre 2010

Sotoportego de la bissa

Musica - queen - one vision (ascolta mentre leggi)






Caro Paolo,
Venezia.

E potrei fermarmi qui. Ti basta questo nome e sapere che è domenica per capire cosa intendo. Ma continuo perchè qualcosa te le voglio raccontare (ricordare) lo stesso.
Mattina, fresco, ma con un bel sole. Treno preso per miracolo come al solito e via a dormire-leggere per 50 minuti. Anzi 45 perchè poi arrivi sul ponte della libertà e ti svegli a guardare l'acqua mossa dal vento. Ancora un po' e la vedi, sempre lì. Sull'acqua. Scendi e trovi sempre la stessa santa Lucia. Sempre lo stesso ponte degli scalzi, che quando ci sei sopra tira la solita aria di mare. Odore di sale. Scendi e c'è sempre il CAMPO SANTO col suo nome piuttosto lugubre e la chiesa di fianco alla calle che sembra che tu ci debba per forza entrare. Sempre CAMPO NAZARIO. Sempre CAMPO SAN GIACOMO DE L'ORIO. Oramai non seguo più le matte indicazioni PER SAN MARCO, PER RIALTO.
La strada è sempre quella e sempre diversa, ovvio. CAMPO SAN POLO con un'installazione della biennale e tre cani che si rincorrono tra loro, distratti ogni tanto dai piccioni. Sempre SOTOPORTEGO DE LA MADONETA con due veneziani di origine controllata a cui rubo soltanto un "el ga la mojere nova" e passo sorridendo. Arrivo a RIALTO e quei 43 scalini mi sembrano sempre più faticosi di quanto uno si può immaginare o aspettare. Forse perchè devi arrivarci con fatica sopra quel ponte per gustarti sempre la vista più bella. Passo girando soltanto la testa tra spallate, odori esotici, flash continui, pose improbabili e sorrisi sinceri. Almeno mi sembra. Dietro questo.. Canal Grande con la sua curva verso destra, leggera, che non ho ancora capito perchè mi sembra così bello, ma prima o poi ci riuscirò.

La statua di Goldoni sempre al suo posto. SOTOPORTEGO DE LA BISSA ha sempre quell'odore di piscio che ti dà la sveglia definitiva. PONTE DEI PRETI, poi svolto sulla sinistra e trovo sempre lì CAMPO SANTA MARIA FORMOSA. Sono in anticipo, la biblioteca è chiusa e quindi vado alla libreria che mi hai raccontato tu. Acqua alta, la miglior libreria del mondo, dice un cartello scritto a mano appena fuori dall'entrata. E' vero, almeno per me. Trovo il libraio che mi propone una stampa in 3D di dubbio valore ma di pessimo gusto di palazzo ducale..e ridiamo. Poi mi guarda e mi suggerisce di vedere l'altra stanza perchè merita...effettivamente merita, c'è una porta sul canale con una sedia dalle gambe mezze immerse nell'acqua. Veneziani!
Lo saluto ed entro in biblioteca schivando i tricicli colorati dei bambini della parrocchia che mi puntano le caviglie urlando come solo i bambini sanno... Sempre gli stessi occhi stanchi dei bibliotecari veneziani la domenica mattina. Sempre le stesse assi di legno che scricchiolano incredibilmente ad ogni passo. Sempre le solite voci dal di fuori di gondolieri che si urlano l'un l'altro tra un "this is Santa Maria Formosa" in perfetto venetian-english...Sempre il solito bar dispensatore di caffeina che ora spacciano ad un euro. Penso: questo è cambiato...non è da sempre così...
Poi immagino te e i tuoi starbucks e allora sorrido e non mi lamento per l'aumento. Ah, ce l'hai ancora la moka che ti ho regalato?

Sempre Venezia. Qualcosa però mi sfugge...non è da sempre così e non tanto per il caffè che è aumentato.
Ah ecco! Sarà che sei laggiù.
La chiamano Barcellona.

torno ai libri. un abbarccio
g

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