martedì 27 luglio 2010

Silvia Avallone - Acciaio

Musica - the xx - heart skipped a beat (ascolta)


Premio Campiello opera prima 2010. Due adolescenti, Anna e Francesca, crescono in una Piombino di inizio millennio dominata dalla -ormai ex- grande fabbrica di acciaio che vive da anni in simbiosi con la città. Due adolescenti, due amiche on famiglie disagiate che fanno da contorno. Un contorno dal gusto piuttosto forte. entrambi i padri, che loro chiamano babbuini, sono il cruccio delle famiglie che devono vivere in perenne senso contrario rispetto a loro. Anna ha anche un fratello maggiore che lavora nella fabbrica. Bello, stronzo, checcazzo-me-ne-frega-di-tutto, con la passione per le auto da gran turismo è il sogno di tutte le amiche di sua sorella e non solo.
Le madri lottano, pur in maniera differente, contro i propri mariti venendo sistematicamente sconfitte a causa di quell'amore, che come sosteneva Platone. sta in chi ama e non in chi è amato. C'è poco spazio per figure maschili positive in questo romanzo. forse a ragione. Tipologie di uomini rappresentati: padre delinquente, padre violento, padre senza coscienza di esserlo e con ritardo nella coscienza, zio guardone che si masturba spiando le adolescenti, fidanzato arrogante e stupido, pappone...pappone, padrone volgare che se la fa con minorenni a pagamento, giovani ragazzini che gonfiano il petto girando su motorini truccati.
Tra questi si muovono Anna e Francesca. Francesca e Anna trasformano la loro amicizia in distacco a causa di questi uomini. Poi odio quale contraltare dell'amore che le lega, fino a quando gli eventi che le trasportano verso la fine dell'adolescenza decidono che la lontananza può terminare e che forse possono tornare ragazzine ancora per un poco. Propria dell'adolescenza è infatti il muoversi come un'onda che va e viene verso e dall'età adulta. Il tutto senza che ce se ne possa rendere conto.
La periferia cruda è ben raccontata dallo scorrazzare vago ed indefinito delle due ragazze. Quella periferia che cresce con gli occhi fissi sui vuoti programmi Mediaset senza alternativa di miglioramenti, ma che forse è ancora capace di qualche rapporto vero, a pelle, viscerale, dove si scambia più di qualche vago saluto.

A lui piaceva osservare le cose. Il diavolo sta nei dettagli, aveva sentito dire, e quella frase gli era sempre piaciuta.
Perenne desiderio di scopare, là dentro. La reazione del corpo umano del corpo titanico dell'industria: che non è una fabbrica, ma la materia che cambia forma.
Il mare e i muri di quei casermoni, sotto il sole rovente del mese di giugno, sembravano la vita e la morte che si urlano contro.  
Non parlavano più, adesso. Le parole non servono a niente, fanno litigare il più delle volte.


lunedì 26 luglio 2010

(ma considera che la primavera c'è ogni anno)

Musica - noah and the whale - the first day of spring (ascolta)
Fotografia - pileo 


Fare due passi nel mezzo della notte per piangere un po' in solitudine può sembrare una buona idea se il dormire ti risulta la cosa più improbabile dopo una sconfitta, scottante, inaspettata, affettivamente sgretolante. E dolorosa. Cerchi le chiavi, prendi un po' di musica perchè non vuoi sentire niente, e dopo aver chiuso la porta dietro le tue spalle scivoli nel buio senza nemmeno lasciare il rumore delle suole sull'asfalto, coperto da ruote di auto che tornano stanche verso casa.
I pensieri iniziano ad infittirsi ed intrecciarsi senza lasciar intravedere nè l'inizio nè la fine di qualcosa come tanti fili tutti grigi che scendono dall'alto senza fine. Scendono senza ritmo rispetto ai passi svelti, ma in precario equilibrio, mentre le lacrime il ritmo ce l'hanno sempre dentro. Non sono molto amare. 
Tutto secondo i piani. Malinconia. Tristezza. Passeggiata notturna. Lacrime. 
Primavera che finisce.

Invece no! Non puoi convivere in pace nemmeno con il tuo star male. Perchè? Alfa 147 di un colore che non si riesce a riconoscere subito, sotto l'arancio dei lampioni nella notte. Sale decisa con la ruota destra sopra il marciapiede mentre cerca di svoltare nella stessa direzione. Ma che cazzo fa? riesci appena a pensare.Subito dopo si capisce cosa sta per fare: il palo di un segnale (uno di quelli di prescrizione con una bici bianca su sfondo blu...insomma avviso di pista ciclabile) si infila sotto la stessa ruota destra e piegandosi un po' la tiene con sé giusto il tempo di spezzare il trapezio che la unisce al semiasse anteriore. Qualche scintilla dello stesso colore del lampione sotto cui si ferma, sembra fare il verso ai fuochi artificiali delle sagre estive di paese. Rumore sordo come di cassonetto dei rifiuti che sbatte e poi basta. Sono passati pochi minuti da quando ci si è lasciati la porta di casa alle spalle e si fa la conoscenza di una ragazza dell'est mentre si aspetta il carro attrezzi che deve liberare la strada. Situazione assurda ma, a freddo, piacevole da raccontare. 
Lei scende dall'auto e chiede cosa sia successo. Cosa si può rispondere se non un "ma ti sei fatta male?" La seconda domanda già più pertinente trova una risposta piuttosto ovvia, ma chiara: "cerchiamo di far spostare l'auto!Magari nel frattempo mettiamo le quattro frecce?!" In quel caso però o hai salvato il numero dell'ACI o hai un amico che con buona probabilità è davanti ad un pc (o magari un Mac) a quell'ora della notte. Per cui è meglio che vi salviate il numero: 803116. Aspetti che arrivino e se è sabato mattina puoi star certo che ci metteranno un bel po' ad arrivare. Parli un po' con la tua nuova amica e capisci che secondo lei aveva un po' bevuto, mentre secondo te aveva preso anche qualcos'altro. Crepi l'avarizia. Infatti dopo 20 minuti si rende conto di come è ridotta l'auto e tutte le lacrime che si speravi di far scendere dalla tua mente solcano le guance, ma le sue. Che situazione!?! I tuoi cazzi, la tua voglia di piangere, il tuo fastidio cosmico che si scontra e perde con il suo accartocciarsi sempre di più su se stessa e il suo risveglio post sballo. 
Cerchi di riempire i silenzi con qualche timido " ma dove abiti?", o "cosa fai?"...ma i silenzi in queste notti sono quello che serve. Silenzio condiviso in due. Sconosciuti. dopo due ore arriva il benedetto carro attrezzi con un carrozziere che ha la brillante idea di dirle che la macchina è da buttare rinvigorendo così il fiume di lacrime che si stava prosciugando. Bella mossa signor carro attrezzista.
Morale del racconto: non saprei bene ma un paio di consigli si possono provare.
Le situazioni assurde ti danno spunti interessanti per tenere la tua mente flessibile e per conoscere qualche Katiuska o Irina.
Se devi piangere chiuditi in bagno che se bussano almeno li puoi mandare affanculo. 

Comunque mi han detto "ma considera che la primavera c'è ogni anno"...

giovedì 8 luglio 2010

La selezione naturale

Musica - muse - butterflies and hurricanes (ascolta)


A questa conservazione delle variazioni favorevoli ed all'eliminazione delle variazioni nocive ho dato il nome di selezione naturale.
 In questo modo, Charlese Darwin stabiliva nell' Origine delle Specie uno dei cardini della biologia come la conosciamo. La selezione naturale è il titolo del quarto capitolo del libro, uno dei piu importanti, e ho pensato di riportare qualche inciso in questo post:
E allora, constatando che, senza dubbio, si sono verificate delle variazioni utili all'uomo, dovremmo ritenere improbabile che talvolta, nel corso di migliaia di generazioni, si possono verificare altre variazioni utili in qualche modo a ciascun vivente nella grande e complessa battaglia della vita?
Ecco, questa domanda sarebbe utile se la ponessero anche i fondamentalisti religiosi, di ogni religione ma principalmente di quella cristiana, che tanto si affannano a remare contro una teoria gia dimostrata..e ancora:
Riesco quindi a comprendere come un fiore ed un'ape possano modificarsi lentamente [alla fine di un ragionamento su adattamenti reciproci di api impollinatrici e di fiori], simultaneamente o l'uno dopo l'altro, adattandosi reciprocamente nel modo più perfetto, grazie alla continua conservazione di individui che presentino deviazioni strutturali leggermente favorevoli per entrambi.
In questo passo Darwin, con la sua credo finta umiltà di cui il saggio trabocca, da voce ad un altro concetto che in un epoca in cui si iniziava appena a considerare l'evoluzione era altrettanto geniale: la co-evoluzione di due specie che interagiscono e quindi diventano sempre più l'una in funzione dell'altra. Ecco, il saggio è a tratti molto pesante per la ricchezza dei dati e degli esempi e per la lenta cautela con cui Darwin spiega il suo pensiero, come per condurre per mano verso la sua verità anche chi di biologia non sa proprio niente. D'altro canto però è davvero ammirevole la maniera in cui viene esposta la teoria dell'evoluzione e come vengono sempre messi in chiaro i punti a cui Darwin non sapeva rispondere (ma che hanno col tempo trovato risposta nella teoria evolutiva). In sostanza, se avete voglia di intraprendere una lettura tanto ricca e arricchente quanto lunga e a volte pesante, vi consiglio di leggervi l'Origine delle Specie (o almeno una sua edizione tascabile).

lunedì 5 luglio 2010

Taglierò i fili d'erba in diagonale

Musica - belle and sebastian - another sunny day (ascolta)


Per poter vendere le rose ai semafori oltre a procurarsi le rose stesse, il cellophane che le avvolge, l'acqua e lo spruzzino per tenerle in forma serve una certa pelle o meglio un certo colore della pelle che possa farti scambiare abbastanza agevolmente con un magrebino o tutt'al più un indiano, certo non per i lineamenti. Fondamentale avere un colore tendente al rosa-marrone-sporco-di-olio-per-auto-e-terra.
Al che ho pensato di fare il giardiniere. Ognuno ha le sue ambizioni, basta che siano sostenute da idee piuttosto geniali o che possono sembrarti tali. Tagliare siepi, cimare o sfoltire piante, trapiantare fiori, concimare orti e rasare prati. Di sole se ne prende un sacco e la pelle si prepara lentamente al cambio di professione. Mi sono affezionato all'erba, alle piante, al loro odore, forma e stile piuttosto libero e selvatico (...). In effetti sono nato in campagna e quello che ti manca prima o poi in vari modi, magari senza accorgertene te lo riprendi. E mi torna alla mente una scena di uno dei miei film preferiti: The Hours diretto da Stephen Daldry basato sul romanzo omonimo di Michael Cunningham vincitore del premio Pulitzer nel 1999. Meryl Streep, Julianne Moore e Nicole Kidman interpretano tre donne che vivono in tre periodi differenti e che sono alle prese con i preparativi di una festa. Per la Kidman, che interpreta Virginia Woolf, la festa sta prendendo forma soltanto nella sua mente, visto che sta dando vita al suo più famoso romanzo, Mrs Dalloway. La scena mostra una Streep raggiante entrare in una fioreria stupenda con soppalco e una distesa multicolore di fiori sopra ogni dove, in una via del centro di New York. Luogo veramente spettacolare, magico. Vasi di latta contengono i più bei fiori, i più vari e sicuramente i più profumati di tutta la città data l'espressione dell'attrice, che entra saluta, spiega le sue intenzioni riguardo agli addobbi per la festa e prende la via dell'uscita. Prima però si ferma un attimo, resta ferma a guardare e raccoglie un fascio di fiori da giardino coloratissimi. 
Mrs. Dalloway said she would buy the flowers herself
Quella scena, quel sorriso, quel profumo, quei fiori li trovi anche nei giardini che vai a pettinare, quando il vento rovescia le foglie degli alberi mostrandone l'argento. Foglie avviticchiate che fischiano sotto il sole di un cielo azzurro. 
Lì capisci che taglierai i fili d'erba in diagonale. Perchè così va fatto! 
Basta con il solito orizzontale. Ci si metterà più tempo, certo, ma anche la pelle ne guadagnerà. Potrò andare a confondermi con chi vende le rose ai semafori, tanto l'espressione sarà quella più felice. Comunque.
Potrebbe per questo rivelarsi un problema il continuo togliere semafori e sostituirli con rotonde giganti, veloci, meccanicamente percorse senza sosta. Se ne guadagna in sicurezza e fluidità del traffico? Può essere...ma la felicità del tagliare i fili in diagonale? il passare al commercio di rose? l'alternarsi di luci rosse, arancioni e verdi? l'aspettare il via, fermi all'incrocio, dopo una notte lunga con la persona giusta al fianco? la lentezza? vogliamo trascurarle? Il futurismo è passato qualche tempo fa da queste parti, ma ora...



























sabato 3 luglio 2010

Prendi la pecora

Musica - gianni drudi - prendi la pecora (ascolta)



Gianni Drudi è un genio del male! non so come sia scomparso dalle nostre radio ma per mia fortuna e di tutti quelli che mi stanno attorno è stato resuscitato da youtube! famoso per il suo Fiki Fiki dei primi anni 90 ha composto in realta (pare sia testo che musica) una serie di chicche come Mafalda o Prendi la pecora che stanno drammaticamente andando perdute.

"però che mestieraccio 
è proprio una chiavata 
e quando torno a letto 
son stanca o son slabrata 
pensate l'altra sera 
davanti a un reggimento 
in poco piu di un ora 
ne avro passati cento"
da Mafalda 

La cosa veramente incredibile è che queste canzoni, andavano veramente alla radio o in televisione..provate ad ascoltarle..come cazzo si fa a cantare "ogni tanto la mia nonna racconta che la pecorella andava alla monta...prendi la pecora...la tua lana fa calor" con tre mas-cie che sculettano nel video..una cosa davvero imbarazzate...
ma in effetti è bello pensare che non sia solamente un romagnolo pervertito con la figa tatuata nel cervello ma che il genio del Drudi stia proprio nel affrontare certi argomenti come la prostituzione, l'amore e le emozioni umane sfiorando la pornografia musicale (sfiorando, sbattendoci il muso piuttosto) ...e che il limite degli italiani stia proprio nel godere ascoltandole...
certo..vero è che i video di Drudi stanno alla televisione attuale come padre Pio sta ad Eva Henger..quindi ben vengano i tempi in cui si ballava Fiki Fiki ma c'era un po' di contegno...
Per chi volesse approfondire Gianni Drudi è presente su wikipedia ma sopratutto su nonciclopedia.