lunedì 26 luglio 2010

(ma considera che la primavera c'è ogni anno)

Musica - noah and the whale - the first day of spring (ascolta)
Fotografia - pileo 


Fare due passi nel mezzo della notte per piangere un po' in solitudine può sembrare una buona idea se il dormire ti risulta la cosa più improbabile dopo una sconfitta, scottante, inaspettata, affettivamente sgretolante. E dolorosa. Cerchi le chiavi, prendi un po' di musica perchè non vuoi sentire niente, e dopo aver chiuso la porta dietro le tue spalle scivoli nel buio senza nemmeno lasciare il rumore delle suole sull'asfalto, coperto da ruote di auto che tornano stanche verso casa.
I pensieri iniziano ad infittirsi ed intrecciarsi senza lasciar intravedere nè l'inizio nè la fine di qualcosa come tanti fili tutti grigi che scendono dall'alto senza fine. Scendono senza ritmo rispetto ai passi svelti, ma in precario equilibrio, mentre le lacrime il ritmo ce l'hanno sempre dentro. Non sono molto amare. 
Tutto secondo i piani. Malinconia. Tristezza. Passeggiata notturna. Lacrime. 
Primavera che finisce.

Invece no! Non puoi convivere in pace nemmeno con il tuo star male. Perchè? Alfa 147 di un colore che non si riesce a riconoscere subito, sotto l'arancio dei lampioni nella notte. Sale decisa con la ruota destra sopra il marciapiede mentre cerca di svoltare nella stessa direzione. Ma che cazzo fa? riesci appena a pensare.Subito dopo si capisce cosa sta per fare: il palo di un segnale (uno di quelli di prescrizione con una bici bianca su sfondo blu...insomma avviso di pista ciclabile) si infila sotto la stessa ruota destra e piegandosi un po' la tiene con sé giusto il tempo di spezzare il trapezio che la unisce al semiasse anteriore. Qualche scintilla dello stesso colore del lampione sotto cui si ferma, sembra fare il verso ai fuochi artificiali delle sagre estive di paese. Rumore sordo come di cassonetto dei rifiuti che sbatte e poi basta. Sono passati pochi minuti da quando ci si è lasciati la porta di casa alle spalle e si fa la conoscenza di una ragazza dell'est mentre si aspetta il carro attrezzi che deve liberare la strada. Situazione assurda ma, a freddo, piacevole da raccontare. 
Lei scende dall'auto e chiede cosa sia successo. Cosa si può rispondere se non un "ma ti sei fatta male?" La seconda domanda già più pertinente trova una risposta piuttosto ovvia, ma chiara: "cerchiamo di far spostare l'auto!Magari nel frattempo mettiamo le quattro frecce?!" In quel caso però o hai salvato il numero dell'ACI o hai un amico che con buona probabilità è davanti ad un pc (o magari un Mac) a quell'ora della notte. Per cui è meglio che vi salviate il numero: 803116. Aspetti che arrivino e se è sabato mattina puoi star certo che ci metteranno un bel po' ad arrivare. Parli un po' con la tua nuova amica e capisci che secondo lei aveva un po' bevuto, mentre secondo te aveva preso anche qualcos'altro. Crepi l'avarizia. Infatti dopo 20 minuti si rende conto di come è ridotta l'auto e tutte le lacrime che si speravi di far scendere dalla tua mente solcano le guance, ma le sue. Che situazione!?! I tuoi cazzi, la tua voglia di piangere, il tuo fastidio cosmico che si scontra e perde con il suo accartocciarsi sempre di più su se stessa e il suo risveglio post sballo. 
Cerchi di riempire i silenzi con qualche timido " ma dove abiti?", o "cosa fai?"...ma i silenzi in queste notti sono quello che serve. Silenzio condiviso in due. Sconosciuti. dopo due ore arriva il benedetto carro attrezzi con un carrozziere che ha la brillante idea di dirle che la macchina è da buttare rinvigorendo così il fiume di lacrime che si stava prosciugando. Bella mossa signor carro attrezzista.
Morale del racconto: non saprei bene ma un paio di consigli si possono provare.
Le situazioni assurde ti danno spunti interessanti per tenere la tua mente flessibile e per conoscere qualche Katiuska o Irina.
Se devi piangere chiuditi in bagno che se bussano almeno li puoi mandare affanculo. 

Comunque mi han detto "ma considera che la primavera c'è ogni anno"...

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