giovedì 8 aprile 2010

Arte generativa

Musica - yiruma - river flows in you
Fotografia - tim knowles, four panel weeping willow tree drawing, victoria park

Venezia. campo Santa Margherita. domenica di marzo. sole tra la nebbia mattutina che sfuma i bianchi. il campanile mozzato di netto orizzontalmente. odore di mare.
Convegno: Matematica e Cultura 2010. Dal loggione, probabilmente il matroneo di un tempo, sto assistendo a quello che non ti aspetti da un convegno di matematica. o meglio, a quello che non ti aspetteresti di assistere al tuo primo convegno di matematica. Un giovane dai capelli corti sale e pepe ai lati, in maglioncino di cotone e t-shirt sopra gli immancabili jeans slavati -divisa ormai nota di artista che-non-si-prende-troppo-sul-serio da Hub londinese. Mac davanti agli occhi. Dietro, proiezione di immagini che si alternano rapide seguendo il suo parlare. Argomento: l'arte generativa. Bisogna starci attenti a chiamarla arte -mi dirà dopo la presentazione lo stesso autore, con tono quasi sommesso, ma mai piatto- perchè è riproducibile...e quindi...
Per me è arte. Brevemente, di cosa si tratta? In genere si usa un linguaggio di programmazione -tipo Processing- e si inseriscono stringhe di codice più o meno lunghe, più o meno complesse, insegnando in un certo senso al calcolatore o intelligenza artificiale a sviluppare questi dati trasformandoli in immagini, suoni, video, o più cose combinate. Questo può essere arte generativa. Può ma non è solo questo. Può anche essere tutt'altro. Tipo? ...questo...





Penne legate ai rami di un salice piangente in modo tale per cui queste tocchino terra dove è steso un foglio bianco. Il vento muovendo le fronde disegna su questi fogli. Emozionante quantomeno.
La spiegazione di ciò che è per lui arte generativa lascia il posto alla sua creazione. Si tratta di sette immagini che rappresentano i sette giorni della creazione. Partono le immagini e lo sfondo bianco videoproiettato si riempie di colori che ruotano attorno ad un triangolo posizionato al centro. I suoni incalzanti che precedono e seguono le immagini colpiscono e danno emozioni. Fusione perfetta di immobilità e movimento, equilibrio dinamico, riduzione della distanza spaziotemporale tra l'immagine e l'occhio. L'immagine è dentro la mente mano a mano che evolve e sembra creare tutto ciò che prima non c'era. Creazione quindi perfettamente evocata, forse addirittura riprodotta mentre la realtà si impedisce e sembra condensare le esperienze quotidiane in quel moto circolare di colori su sfondo bianco. Arrivati alla conclusione si ha la netta percezione di qualcosa che continua a evolvere nelle immagine della mente. Perchè tutto è stato creato da quel triangolo, ma l'evoluzione ha preso il sopravvento ora. Creazione, creatura, creato.

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