domenica 18 aprile 2010

Enrico Alleva - La Mente Animale


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Quando leggi un libro cerchi sempre qualcosa. Se in questo, di Alleva, si cercano risposte alle problematiche quotidiane per mezzo del confronto con gli (altri) animali probabilmente rimarremo delusi. Questo è stato il mio errore e, in un primo momento, deluso lo sono stato. Ma avevo sbagliato ricerca. Difficilmente quindi riuscirò ad essere obiettivo in questo mia impressione-recensione sul libro. Non credo, d'altro canto, che l'obiettività sia l'azimut di una recensione, anzi penso sia l'opposto.Per prima cosa bisogna dire che non si tratta di un libro, ma di una raccolta di articoli pubblicati su giornali e riviste non scientifiche. Quindi trattando per lo più di etologia (studio del comportamento animale) sono articoli di carattere divulgativo. Articoli interessanti, molto ben scritti, eruditi direi, comprensibili anche ai non addetti, a volte divertenti, a volte sorprendenti. Come quando racconta dell'afide -invertebrato che infesta le rose in primavera- che si nutre della madre che lo sta generando; la pavona che si fa animale domestico per qualche periodo; il ratto che misura il tempo; la sofisticata strumentazione cerebrale dei pipistrelli specie tanto presente in numero e varietà quanto misconosciuta e disprezzata. Il libro racconta questi ed altri aneddoti documentandoli con l'indicazione degli studiosi che hanno fatto progressi nella particolare materia, ma senza avere una struttura unitaria che faccia da ponte tra un articolo e l'altro. Il libro però finisce insegnandomi che a volte l'importante è fare la ricerca giusta. Farsi la domanda giusta. Perchè la risposta o le risposte che cercavo presupponevano un'assioma tra i più sbagliati: l'uomo è superiore alle altre specie. Questa superiorità in realtà non esiste perchè come spiega l'autore l'evoluzione è un rovo intricatissimo del quale non si può dire quale sia il ramo che conduce con certezza ad una mora. Quindi la delusione iniziale si trasforma in piacere. Piacere di una nuova conoscenza acquisita tramite questi articoli. L'essere umano non è superiore.

Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon [...] descrive la perfezione nell'animale dei "sensi che hanno relazione con l'appetito" (olfatto gusto) rispetto a un uomo che ormai abusa di un senso del gusto corrotto (trasformato "da un senso di piacere in strumento di gozzoviglia, che si soddisfa soltanto con ciò che lo stuzzica"), per cui non sa più distinguere "ciò che può contribuire a conservare la salute da ciò che può contribuire a farla perdere.

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