mercoledì 8 giugno 2011

dieci alle 6 (a.m.)

Musica - jacques green - another girl (ascolta)
Fotografia - gp - budapest - EOS 450D f 5.6 t 1/250



"Basta lavorare per oggi, andiamo a casa".
La polvere nera è quella di un'officina di provincia. Vetri scuri che filtrano quasi tutta la luce, portone grande all'entrata e pochi spazi non riempiti. Un calendario. Un orologio. Un'infinità di scaffali. Lampadine appese a fili che si muovono appena per l'aria -poca- che passa.
"Certo che nella tua situazione mi fai proprio pena".
"Ma scusa, come fai a sapere? Come fai a sapere che mi ha..." "No, dico, nella tua situazione mi fai proprio pena, punto!" "Sì ma, che colpa ne ho?" "Che ne so?"
Fine.
Non sempre è questione di colpa.
Si aprono gli occhi e il sipario ma non si riesce a mettere a fuoco. La luce rare volte è da ostacolo alla vista. Le sei sono lì ad un passo. Letto caldo, aria strana, pesante. Forse per colpa della polvere dell'officina.
La differenza tra star male e essere morti è che il primo lo puoi sentire, l'altro no.
Poi, l'epifania! Cos'è un'epifania? Qualcuno o qualcosa che ti fa realizzare, comprendere la più ovvia tra le evidenze che avevi davanti agli occhi. Era da sempre lì, ma senza quell'epifania forse non ci saresti mai arrivato.
...da lì si deve iniziare

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