Musica - umberto tozzi - stella stai (ascolta mentre guardi)(vuol dire che se clicchi sul link si apre un'altra scheda)
Fotografia - google
Succede spesso che tagliando l'erba intraveda una cavalletta. Mi è capitato una sola volta di vederne una marrone. Solitamente sono verdi e piuttosto piccole. Questa era lunga, magra e marrone. Mi fermo, do un calcio all'erba vicina e queste con un bel slancio elegante se ne vanno. Io, continuo a tagliare. Voglio risparmiarle. Già ce l'hanno tutti con con queste cavallette fin da piccoli, per colpa di quella storia della formica egoista che non condivideva le sue scorte di cibo. Vabbeh era la cicala ma il senso è quello.. Io da sempre (dassempre) bastian contrario per inclinazione le ho in simpatia. E le faccio spostare per non tranciarle assieme all'erba.
Questa marrone ha invece una storia in parte uguale e un parte differente. La allontano una volta e me me la ritrovo a mezzo metro. La scaccio una seconda. Certo era bella. Più che bella, unica. Relativamente a quelle che che avevo visto fino ad allora.
Fa caldo e sudo parecchio. Gli occhiali sono impiastricciati di erba e sudore e polvere. Continuo a tagliare col casino del decespugliatore da sottofondo ai pensieri. E' ancora lì e credo che le scelte di ognuno sono strane. Ma scelte. Se una cavalletta decide di essere marrone e di fregarsene del casino per stare sull'erba più alta beh...vvrreeeeemmm... via erba cavalletta e tutto. Non so come stia. Spero bene, ma
finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte
buona
martedì 31 agosto 2010
dieci a mezzanotte
lunedì 30 agosto 2010
Kary Mullis - Ballando nudi nel campo della mente
Musica - fastball - the way (ascolta mentre leggi)
Che non sia uno scrittore lo ammette pure lui..
Il libro in se non è spettacolare, ne' particolarmente illuminante - uno può pensare che un saggio/biografia di un premio Nobel sia quanto meno inspiring..beh, non necessariamente, o quanto meno non in questo caso. Nevertheless, è una biografia piacevole, con spunti interessanti, anche se a volte un po' controcorrente, come la discutibile apertura nei confronti dell'astrologia. Riporto con piacere questo passaggio di una sua filippica contro gli psicologi che mi ha fatto alquanto divertire:
Che non sia uno scrittore lo ammette pure lui..
Quando stavamo già insieme da un po', ed era ormai evidente che io ero uno scienziato, la mia terza moglie, Cynthia, mi confessò che aveva sempre desiderato sposare uno scrittore. La sera mi leggeva Agatha Christie e ad un certo punto rinunciai per un po' alla scienza per dedicarmi alla scrittura. In un primo tempo ne ricavai un racconto, un assegno di 120 dollari da una rivista che si chiamava "Medical Dimensions" e un impiego in un ristorante. Andò a finire che tornai a fare lo scienziato e vinsi il premio Nobel.Premio Nobel per l'introduzione nella biologia della Polimerase Chain Reaction (PCR per gli addetti ai lavori - tecnica senza la quale in un laboratorio di biologia molecolare non si può neanche scoreggiare), Kary Mullis butta giù una via di mezzo fra una biografia e una raccolta di riflessioni personali in cui non solo descrive il suo atteggiamento negli anni cruciali della sua carriera scientifica, ma affronta anche temi quali l'astrologia, il sistema di assegnazione dei fondi, gli enti nazionali e internazionali e il meccanismo che ci sta dietro, l'eccessivo allarmismo nei confronti del cambiamento climatico in corso.
Il libro in se non è spettacolare, ne' particolarmente illuminante - uno può pensare che un saggio/biografia di un premio Nobel sia quanto meno inspiring..beh, non necessariamente, o quanto meno non in questo caso. Nevertheless, è una biografia piacevole, con spunti interessanti, anche se a volte un po' controcorrente, come la discutibile apertura nei confronti dell'astrologia. Riporto con piacere questo passaggio di una sua filippica contro gli psicologi che mi ha fatto alquanto divertire:
(...) Ma nessuno è tanto rimbambito da sperare di ottenere da uno "psica" anche solo un barlume di salute mentale. Se sei fortunato e scegli bene, magari non ti ammazzerai proprio quell'anno, ma nessuno si aspetta una cura miracolosa per qualcuno che patisce di una sofferenza emotiva cronica. In altre parole, la psicologia è praticata da un branco di incompetenti profumatamente pagati (...)
domenica 29 agosto 2010
dieci a mezzanotte
Musica - de andrè - nella mia ora di libertà (ascolta mentre leggi)
Fotografia - google pagina 4 carcere
finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte
buona
Fotografia - google pagina 4 carcere
...succede che sto aspettando qualcuno. Fuori dalla mensa. Via San Francesco. Una targa dice così:
NAVE TU PORTI UN CARICO
D'INTEMERATA FEDE
GENTE CHE SPERA E CREDE
NEL SOL DI LIBERTA'
VAI VERSO LA VITTORIA
CARICA DI CATENE
NAVIGHI TRA LE PENE
VERSO LA LIBERTA'
FAME TORTURE SCARICHE
SIBILI DI STAFFILI
NON CI FARANNO VILI
VIVA LA LIBERTA'
SORGE LA NUOVA EUROPA
IN MEZZO A TANTI MALI
E UN POPOLO D'EGUALI
NASCE ALLA LIBERTA'La nave è l'edificio che sta di fronte alla mensa. Era un carcere. Stai per andare a mangiare, ma non hai molta fame e pensi a quelli che di fame forse un po' ne avevano...discorso nonsenso. Però ci penso e mi perdo a sentire per un secondo quello che la pelle di altri ha provato qualche decina di anni fa. Sicuramente solo un surrogato, anche piuttosto acquoso come surrogato, ma ci provo. Per dire cosa sto scrivendo questo? Non lo so bene. Lì per lì ho pensato che magari uno ci passa di fianco mille volte in un posto e può essere che non si accorga neanche di tutti i momenti che quel posto ha visto. Più o meno intensi. Certo il fatto è che il passato si appiattisce. Cento anni fa, cento giorni fa, cento secondi fa. Tutto uguale. tutto sullo stesso piano. Tranne l'arte. Che fa vivere anche nel futuro. Almeno così credo. Per questo pubblico quella poesia di un carcerato così magari uno la vede e lo fa rivivere per qualche secondo
finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte
buona
sabato 28 agosto 2010
John Steinbeck - Pian della tortilla
Musica - the good the bad and the queen - green fields (ascolta)
Danny, un cazzone. Eredita due case. Case...più che altro catapecchie. Passa così dallo status di nullatenente, ubriacone, vivo-alla-giornata-e-dormo-nei-boschi a quello di proprietario di immobili. Inizia ad ospitare gli amici che gli bruciano una delle due case dopo poco. Trovandosi così a condividere le poche stanze rimaste con un nutrito numero di disperati e senza tetto diventa il capo di qualcosa che è difficile da definire.
I suoi seguaci procurano sempre vino, in modi più o meno legali, e un po' di storie da raccontare per accompagnare le bevute della sera.
Questa potrebbe sembrare, in breve, la storia presentata dall'autore.
In realtà... è proprio così, ma soltanto formalmente. Perchè la sostanza dice qualcos'altro. I rapporti tra questi ubriaconi, perdigiorno, morti di fame sono degni dei migliori legami che si formavano attorno (o attraverso) la tavola rotonda di un certo re Artù. Danny vive la sua personalissima odissea senza farsi mancare niente: battaglie, amori, viaggi, morte, approdo in una terra nuova e tragedia. Attorno a lui si forma una società con regole proprie, nuove e funzionanti perchè semplici e rispettate. Insomma un micromondo.
Un capitolo è semplicemente spettacolare, per me almeno. Poetico, scanzonato, toccante, profondo, morale. Ti si ficca nella testa e non ne esce facilmente. Si intitola "Come gli amici prestarono soccorso a un Caporale e in cambio ricevettero una lezione di paternità" e parla...beh meglio non dirlo perchè vale la pena anche di leggere solo quello.
Il finale non è per niente lieto. Soprattutto se lo si legge in una calda sera d'estate, nello scompartimento chiuso di un treno nell'adriatica, con il mare a sinistra, colline dorate a destra e gli occhi stanchi, ma rilassati, in mezzo a ricci lunghi e castani nel posto di fronte; occhi che ogni tanto ti perdi a guardare, che ogni tanto incroci e che ogni tanto ti fanno pensare che in qualche modo hanno a che fare con le pagine che hai tra le dita.
Ah, fa veramente ridere!
Danny, un cazzone. Eredita due case. Case...più che altro catapecchie. Passa così dallo status di nullatenente, ubriacone, vivo-alla-giornata-e-dormo-nei-boschi a quello di proprietario di immobili. Inizia ad ospitare gli amici che gli bruciano una delle due case dopo poco. Trovandosi così a condividere le poche stanze rimaste con un nutrito numero di disperati e senza tetto diventa il capo di qualcosa che è difficile da definire.
I suoi seguaci procurano sempre vino, in modi più o meno legali, e un po' di storie da raccontare per accompagnare le bevute della sera.
Questa potrebbe sembrare, in breve, la storia presentata dall'autore.
In realtà... è proprio così, ma soltanto formalmente. Perchè la sostanza dice qualcos'altro. I rapporti tra questi ubriaconi, perdigiorno, morti di fame sono degni dei migliori legami che si formavano attorno (o attraverso) la tavola rotonda di un certo re Artù. Danny vive la sua personalissima odissea senza farsi mancare niente: battaglie, amori, viaggi, morte, approdo in una terra nuova e tragedia. Attorno a lui si forma una società con regole proprie, nuove e funzionanti perchè semplici e rispettate. Insomma un micromondo.
Un capitolo è semplicemente spettacolare, per me almeno. Poetico, scanzonato, toccante, profondo, morale. Ti si ficca nella testa e non ne esce facilmente. Si intitola "Come gli amici prestarono soccorso a un Caporale e in cambio ricevettero una lezione di paternità" e parla...beh meglio non dirlo perchè vale la pena anche di leggere solo quello.
Il finale non è per niente lieto. Soprattutto se lo si legge in una calda sera d'estate, nello scompartimento chiuso di un treno nell'adriatica, con il mare a sinistra, colline dorate a destra e gli occhi stanchi, ma rilassati, in mezzo a ricci lunghi e castani nel posto di fronte; occhi che ogni tanto ti perdi a guardare, che ogni tanto incroci e che ogni tanto ti fanno pensare che in qualche modo hanno a che fare con le pagine che hai tra le dita.
Ah, fa veramente ridere!
mercoledì 25 agosto 2010
dieci a mezzanotte
Musica - pearl jam - wishlist (ascolta)
Fotografia - ornitologia
Fotografia - ornitologia
I merli indiani costano troppo. Domani ne rubo uno e me lo nascondo dentro la manica sinistra della maglietta, se poi si mette a parlare diventerò ventriloquo. Lo prendo con il cites che è il documento che certifica...boh guardate su google che sa tutto o cliccate sul link. Dentro la manica sinistra, dicevo, perchè lanciando il giavellotto ti si ingrossa solo il braccio destro e se ti metti un merlo sotto l'altro sembrano uguali. Con un cardellino no, ma con un merlo è perfetto. Faccio anche una piccola gabbia in legno con le finestre a sud e a nord, così passa più aria e resta al fresco. Nel muro della camera un bel quadro di natura morta, un divano letto per ospitare gli amici e un paio di amache per ricreare l'ambiente ideale. Per me almeno. Ogni spiaggia che si rispetti deve aver un po' palme e almeno un'amaca che si pronuncia (). Visto poi che le spiagge sono sicuramente i posti che preferisco d'inverno...
Questo merlo lo calo nel terrazzo del piano di sotto, così appena tornano dalle vacanze sentono voci dall'esterno e credono che vogliano rubargli tutto quello che c'è la fuori. Che se ci pensi sono un sacco di cose: l'aria, il vento, il sole, ancora l'aria (è tanta...), le stelle, qualche cassetta di legno rotta, vasi e tutto il cielo che si riesce a vedere. Invece credo che il merlo non si fregherà un belo niente perchè basta alzare la serranda del terrazzo, aprirgli la porta finestra della casa in legno (compensato in realtà) e lui se ne andrà a parlare con chi meglio crede e tutto resterà lì dov'è. Per chi se lo vuole godere.
Bisogna trovare un nome a questo merlo altrimenti domani come posso tranquillizzarlo se vuole uscire dalla manica o starsene dall'altro braccio?
finito il tempo, nuovo giorno. nuova notte.
buona
lunedì 23 agosto 2010
Flat in Cambridge: parte quinta - epilogo
Musica - cake - comanche (ascolta)
...adesso che tutto non si è risolto, ma che almeno ho una mezza idea di chi sia il mio nuovo contatto gmailChat, con Ciaran Bain siamo rimasti in rapporti quasi amichevoli..anche se credo aspetti qualche novità sul mio deposito alla Western Union...promettiamo ti tenervi aggiornati su possibili sviluppi..intanto ecco uno scorcio dell'ultima conversazione con l'affezionatissimo nostro:

12:28 Ciaran: hi marco
how are you doing?
12:29 me: i am eating like a formichiere
Ciaran: alright
me: and you?
12:30 Ciaran: fine
9 minuti |
12:40 me: i think it will take me more than i thought to do the transfer...today my car broke and I will have to pay about 2000 euros to fix it (i me ga dito che xe la fri-sion, i dont know how it is in english)
12:41 Ciaran: ummmm
sorry
that's bad
domenica 22 agosto 2010
dieci a mezzanotte
Musica - bud spencer blues explosion - hey boy hey girl (ascolta)
Fotografia - vasca con vista
Una specie di macchia rossa sul vetro che riflette la mia immagine. Macchia densa, un po' scura per la verità. Non vedo oltre. Sole alle spalle.. checcazzo, non si vede! Mi avvicino, guardo dentro la stanza al piano terra di un edificio moderno. Una faccia con dei capelli lunghi, biondi e unti viene sbattuta sullo stesso. Deformata, sembra una bestia che sta per essere sgozzata. Naso tumefatto. Grumi di sangue sulla tempia coperta da qualche ciuffo scomposto. Poi più niente.
Cerco se un'entrata ma non la vedo. Sento dei colpi. Avvicino le mani ai bordi del viso, che scopro umido per il sudore e la tensione improvvisa, per vedere cosa sta succedendo oltre quel vetro.
La ragazza a terra non sembra muoversi. Lui prende una sedia e la avvicina alla figura scomposta sul marmo bianco. Accende una sigaretta. Un tiro. La guarda e appoggia la sigaretta accesa sul pavimento. Attaccata alla fronte impiasctricciata di sangue e schifo. Si rialza e ne accende un'altra con movimenti meccanici. Continuando a guardarla. Un altro tiro. La accosta all'altra.
Stessa cosa con la terza sigaretta. Solo che lei questa volta sembra accorgersi che le si sta bruciacchiando la pelle e fa un piccolo scarto con il piede destro che ha perso il sandalo ed è sporco di sangue. Il suo.
Si alza dalla sedia e indietreggia un poco. Sposta la gamba, pesta le sigarette. Sposta all'indietro il piede di scatto per calciare e compensa il movimento portando in avanti il braccio opposto...
buona giornata
Fotografia - vasca con vista
Una specie di macchia rossa sul vetro che riflette la mia immagine. Macchia densa, un po' scura per la verità. Non vedo oltre. Sole alle spalle.. checcazzo, non si vede! Mi avvicino, guardo dentro la stanza al piano terra di un edificio moderno. Una faccia con dei capelli lunghi, biondi e unti viene sbattuta sullo stesso. Deformata, sembra una bestia che sta per essere sgozzata. Naso tumefatto. Grumi di sangue sulla tempia coperta da qualche ciuffo scomposto. Poi più niente.
Cerco se un'entrata ma non la vedo. Sento dei colpi. Avvicino le mani ai bordi del viso, che scopro umido per il sudore e la tensione improvvisa, per vedere cosa sta succedendo oltre quel vetro.
La ragazza a terra non sembra muoversi. Lui prende una sedia e la avvicina alla figura scomposta sul marmo bianco. Accende una sigaretta. Un tiro. La guarda e appoggia la sigaretta accesa sul pavimento. Attaccata alla fronte impiasctricciata di sangue e schifo. Si rialza e ne accende un'altra con movimenti meccanici. Continuando a guardarla. Un altro tiro. La accosta all'altra.
Stessa cosa con la terza sigaretta. Solo che lei questa volta sembra accorgersi che le si sta bruciacchiando la pelle e fa un piccolo scarto con il piede destro che ha perso il sandalo ed è sporco di sangue. Il suo.
Si alza dalla sedia e indietreggia un poco. Sposta la gamba, pesta le sigarette. Sposta all'indietro il piede di scatto per calciare e compensa il movimento portando in avanti il braccio opposto...
buona giornata
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