domenica 29 agosto 2010

dieci a mezzanotte

Musica - de andrè - nella mia ora di libertà (ascolta mentre leggi)
Fotografia - google pagina 4 carcere


...succede che sto aspettando qualcuno. Fuori dalla mensa. Via San Francesco. Una targa dice così:

NAVE TU PORTI UN CARICO
D'INTEMERATA FEDE
GENTE CHE SPERA E CREDE
NEL SOL DI LIBERTA'

VAI VERSO LA VITTORIA
CARICA DI CATENE
NAVIGHI TRA LE PENE
VERSO LA LIBERTA'

FAME TORTURE SCARICHE
SIBILI DI STAFFILI
NON CI FARANNO VILI
VIVA LA LIBERTA'

SORGE LA NUOVA EUROPA
IN MEZZO A TANTI MALI
E UN POPOLO D'EGUALI
NASCE ALLA LIBERTA' 
La nave è l'edificio che sta di fronte alla mensa. Era un carcere. Stai per andare a mangiare, ma non hai molta fame e pensi a quelli che di fame forse un po' ne avevano...discorso nonsenso. Però ci penso e mi perdo a sentire per un secondo quello che la pelle di altri ha provato qualche decina di anni fa. Sicuramente solo un surrogato, anche piuttosto acquoso come surrogato, ma ci provo. Per dire cosa sto scrivendo questo? Non lo so bene. Lì per lì ho pensato che magari uno ci passa di fianco mille volte in un posto e può essere che non si accorga neanche di tutti i momenti che quel posto ha visto. Più o meno intensi. Certo il fatto è che il passato si appiattisce. Cento anni fa, cento giorni fa, cento secondi fa. Tutto uguale. tutto sullo stesso piano. Tranne l'arte. Che fa vivere anche nel futuro. Almeno così credo. Per questo pubblico quella poesia di un carcerato così magari uno la vede e lo fa rivivere per qualche secondo

finito il tempo. un nuovo giorno. nuova notte
buona

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