domenica 15 agosto 2010

dieci a mezzanotte

Musica - postal service - such great heights (ascolta)
Fotografia - enki bilal


Compagni di viaggio. Salgono un cespo di anziani signori che parlano di sparare in faccia a chi non so. Mi giro  dall'altra, come si dice, ma volgerei volentieri la mia guancia per una prova di resistenza alle risate. Per evitare liti mi metto in modalità cuffie-on. Parte la musica e anche il finestrino si muove. Seduti vicino a me scopro un signora anziana parecchio grassa con il figlio, parecchio magro, con un evidente ritardo mentale. Lui, non più giovane, porta con disinvoltura bretelle blu e una polo in cotone pettinato a righe grigio-azzurro-rosso. Ma quelle rosse son proprio fine. Penso che l'apprensione della madre lo ingoierà. Ho un'epifania: personaggio di Wallace dal suo La scopa del sistema, che si vuole inglobare il mondo a forza di ingoiare cibo. Inglobare ingoiare ingoiare... bello onomatopeico
ecco vedo la camicetta rossa della signora (che tanto camicetta non è ma addosso a lei...) che inizia a strapparsi. Esce della carne molliccia che si apre lentamente e mostra della muscolatura piuttosto strana che si avvinghia al braccio del figlio che sembra non accorgersene.
Fuori dal finestrino i cipressi sembrano aggrapparsi alle nuvole grige che si scompongono. Ma di poco.
Oramai tutto il braccio è sparito e anche la gamba inizia ad entrare nella carne madre. Una nascita al contrario, penso quando vedo del sangue piuttosto scuro sgorgare dall'orecchio del figlio. Grumi di poltiglia scura che si intonano parecchio bene con gli occhiali dalla montatura nera. Spariscono entrambe le gambe. Velocemente. Il grasso sta arrivando alla polo che adesso è molto più rossa. Dalla schiena della signora escono anche due protuberanze vischiose e luride. La sua faccia si contorce appena quando arriva a stritolare il torace che pur piccolo, se aggiunto a gambe e un braccio, deve esser duro da digerire. Lui non si muove sul sedile mentre fuori vedo mille piani che vanno tutti a velocità differente.
Come tanti Tapis Roulant che portano in giro strisce di mondo. Penso a quanto sarebbe bello poter tenerne fermi alcuni e muoverne altri per scombinare un po' il mondo. Strisce di terra bagnata in centro città. Chiese lontane dai campanili nel bel mezzo di un laghetto. Creste di monti sopra gli incroci trafficati. Autostrade trafficate in pensioni a due stelle.
Poi fuori tutto si ferma. Vedo la signora avvicinarsi all'uscita.
Seguita dal figlio. Ci siamo fermati troppo presto e non è riuscita ad ingoiarlo tutto.

buona giornata

Nessun commento:

Posta un commento