martedì 4 maggio 2010

Età della nostra cultura

Fotografia - tatiana kourohkina



















Storicamente ed evolutivamente l'età della nostra cultura è l'adolescenza. Lo spiega bene D. F. Wallace, ma lo fa, suo malgrado, in modo molto intelligente. O meglio, lo fa in modo poco convincente per una cultura adolescente. Cerco di renderlo più chiaro con un esempio. Ok! una delle cose che ho imparato e di cui sono un fanatico sostenitore è che non si possa definire un concetto con gli esempi. Perchè? Ad esempio (ouch!!!) se uno vi chiedesse che cos'è la bicicletta e voi rispondeste: "ad esempio quando si pedala", creereste una confusione totale nella mente di chi vi ascolta, per quel che riguarda l'oggetto bicicletta. Voglio dire: anche sul pedalò si pedala ( da cui il nome.credo), ma vi sfido a fare un bel giro in campagna con il pedalò. Per cui è sempre meglio definire un concetto senza ricorrere agli esempi, magari usandoli solo in un secondo momento per rafforzare il proprio enunciato.
Ciò non ostante uso un esempio per far capire il mio punto di vista sull'età della nostra cultura.
Musica. Musica classica: roba da vecchi, o da sfigati, o da snob et cetera. Perchè? Perchè sì dai, la musica classica non dà quelle emozioni forti che si cercano oggi. Forti e immediate. Comunque è fuori dal tempo.Anche la classica contemporanea è...è fuori tempo in tutti i sensi. Non si riesce a capire, non entra in testa. Stona e non è in sintonia con noi, oltre al fatto che si può riassumere con: è troppo difficile.
Però...
Però provate a pensare per un attimo a questo: i boxer, gli slip, i reggiseni e tutto quello che si può, con buona approssimazione, definire "intimo". Uno non ci si fa caso magari, ma se leggi l'etichetta del tuo intimo o anche solo avvicini il tessuto agli occhi scopri che è una trama complicatissima che presenta fibre naturali, magari cotone, fili sintetici trasparenti ed elastici che fai fatica definire. In ogni caso un bel groviglio di vari filati che può addirittura, se uno ci pensa, spaventare. Ma come cavolo avranno fatto? Non bisogna dare tutto per scontato. Di solito poi indossi il capo...e capisci. Capisci molte cose. Ahhh...che bene che si sta. Giusto sostegno, di qualunque cosa sia: culi, tette, palle, uccelli. Senza opprimere, ben aderente, fresco d'estate, caldo d'inverno, traspirante, bla bla bla. Eppure sono difficili da fare. E gli anni di studi, e le ricerche, e prova i materiali, e trova i materiali...insomma un sacco di casini.
Stessa cosa con la musica. Non solo quella classica ovviamente! ci mancherebbe.
E' difficile dicono. Però se con un bel po' di sforzo mote persone con un cervello simile al nostro -magari più sviluppato per certi aspetti- sono arrivate a quel prodotto, forse vale la pena di non liquidare la questione con un superficiale non mi piace. Vale la pena abbandonare lo status di adolescente che-sogna-la-spensieratezza-infantile-ma-non-vuole-darlo-a-vedere ascoltando musica-jingle da quattro soldi (ben spesi dai pubblicitari ed esperti di marketing) e 30 secondi per pensarla. Fare lo sforzo di provare quelle cavolo di mutande di cui si sente ogni tanto parlare e che, credetemi, qualche emozione la sanno dare.
L'adolescente deve comunque avere qualche bagliore di maturità condita da sforzo mentale, inframezzata alle sue sbornie di faccio-tutto-senza-sforzo. Io (sì anch'io sono adolescente come tutti) ci ho provato con il mio consiglio musicale. Provate anche voi...è sempre esperienza. Esperienza che magari potrete chiamare errori come consigliava O. Wilde.

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