sabato 1 maggio 2010

Philip Roth - L'Animale Morente

























Scavo psicologico di un professore universitario di lettere che ha oramai già visto passare la mezza età e con essa un matrimonio finito male, un figlio biologico ma non morale, una carriera piuttosto felice, un pianoforte ben suonato e molte, molte, donne di un'età via via inversamente proporzionale alla sua mentre questa avanzava. Poi un giorno lei. Lei, giovane studentessa di un corso che lui teneva. Giovane e bella. Molto. L'incontro dei due e la relazione raccontata nel passato con gli occhi del professore che oltre ad aver ammirato la sua bellezza ne sono stati letteralmente (scusate il gioco di parole) ammaliati. Gli stessi occhi che oltre ad aver ammirato si sono spaventati della propria condizione di vecchio senza più contatti empatico-animali con altri animali della specie Homo Sapiens Linneus. La prosa è quella di uno scrittore in odore di Nobel e (per evitare il cliché fastidioso e idiota di chi dice che non può giudicare vista la levatura...e cazzate varie) a me piace molto. Coinvolgente ed evocativo in certi passaggi del monologo interiore del protagonista, il racconto termina con il colpo di scena. Un finale con poche risposte, ma buone domande che conviene, forse, porsi prima di essere nella stessa condizione dell'animale morente.

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