martedì 26 ottobre 2010

dieci a mezzanotte

Musica - neil young - harvest (ascolta mentre leggi)
Fotografia - sb - canon 450D t:1/60 f/3.2


Ascolto gli amici quando mi parlano, e ne traggo consigli soprattutto se involontariamente dati. Quale consiglio? -"Sono stato con lei in quel ristorante in Prato e le ho lasciato il posto con vista sulla piazza... devi sempre lasciarle la vista migliore perchè...".
Non una cena, ma soltanto il secondo caffè, la piazza però è la stessa. Fa ancora caldo, si può stare all'aperto sotto gli ombrelloni che diffondono una luce sbiadita. Mi siedo rivolto alla facciata del bar con le spalle alla piazza. Gestione cinese, come molti locali del centro, e poche persone ai tavoli; dietro il nostro, sulla destra, proprio di fronte a me due nordafricani stanno bevendo una birra. Lei non li vede perchè, come da protocollo, deve avere il posto con vista migliore. Mentre parliamo, un po' per timidezza e un po' per deformazione mentale, tengo d'occhio quello che ho intorno. Tutto. Mi dicono che dovrei fare l'investigatore. Io dico che mi piacciono i particolari. Dico.
All'altro tavolo si avvicina un terzo nordafricano, paraplegico, su una sedia a rotelle semovente. Quelle con il joystick sul bracciolo, per capirci. Vuole bere anche lui un po' di birra. Gli passano il calice, lo avvicina alle labbra con movimenti per forza stentati. La mano tremante e i denti rompono il bordo del bicchiere e il labbro si taglia. Gli amici ridono. Spero gli tolgano il calice, invece gli passano un tovagliolino sulla bocca sanguinante. Maldestri tamponano le labbra e gli allungano di nuovo il calice rotto continuando a ridere. Lo riporta alla bocca, beve d'un fiato, lo rompe definitivamente. Vetri dentro il bicchiere, un po' di sangue si mescola al poco della birra che resta.
Lui ha una smorfia di dolore e vergogna. Loro ridono. Lei parla. Io faccio in modo che non veda. Non so perchè. Cerco un discorso che possa sembrare interessante per non farla girare, resto fermo e sento lo schienale della sedia che mi dà un leggero fastidio sotto la scapola destra, ma non mi muovo. Ovvio. Ripenso proprio in quel momento al consiglio. La vista migliore, quella sulla piazza.
Non cambierà molto per quel caffè, per quel falso pericolo scampato, ma mi piace pensare che...
Si alza agile dopo un "andiamo?" e ci avviciniamo alla cassa quando ormai i tre se ne sono andati.
Nel bordo della sua tazzina, sporco di caffè vedo la linea curva delle cose ben fatte e sorrido.

Finito il tempo. nuovo giorno. nuova notte.
buona

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