mercoledì 20 ottobre 2010

Toni Carli - Una dea bendata

Musica - coltrane - blue train (ascolta mentre leggi)




Toni preferisce un fine settimana al mare in casa di amici grazie all'aiuto della sua uno con cambio automatico. Quel fine settimana al mare però, gli causerà un sacco di problemi perchè forse avrebbe dovuto cambiare la sua Uno con una macchina di lusso e il suo mare con la "località giusta". Si sa come funziona in Italia: se hai certe frequentazioni i problemi non si pongono o tuttalpiù si risolvono in breve tempo. Così le corse di due bambine selvatiche arrivano a portare Toni di fronte ad un tribunale per difendersi da una delle accuse più gravi, mossa per altro da una madre a dir poco problematica. Sulla vicenda non voglio dire altro se non che è veramente incredibile. Veramente.
Quello che invece più mi è piaciuto è la stonatura tra l'arcadia che si è costruito (nel vero senso della parola) l'autore e in cui lo stesso vive e i luoghi mostruosi abitati da burocrati della giustizia. Lo stridore è ancora più forte se si nota come le persone agiscono quando mettono il loro ruolo davanti -e sotto una luce abbagliante- al loro essere persone. Pubblici ministeri e forze dell'ordine che sembrano aver studiato su un altro dizionario il significato della parola autorità e che possono essere accostati ai medici che vengono descritti dall'altro libro, il primo dello stesso autore.
Si propone a più riprese il bullesco gioco del più forte contro il più debole. Contro chi sembra più debole.
Sembra, perchè poi la verità viene a galla come una ninfea nel guazzo verde e molle di uno stagno, dove le (false) accuse si perdono come rane che dopo essere state sulla proda a prendere il sole, viscide, spariscono sotto il letto melmoso.

Nella vita quello che distingue le persone le une dalle altre è la voglia di farcela, di realizzare un sogno, oppure lasciare che sia il sogno a cullare la nostra esistenza.

Capelli biondo-miele lunghi e lisci, occhi chiari e fisico da modella. Laureata in ingegneria, intelligenza sopra la media. Innamoratissima. Di me. Che non la porto da nessuna parte, con la mia Fiat Uno Selecta grigio metallizzato dai comandi manuali. L'ho sempre detto che la vita non va mai presa sul serio. Se vogliamo dirla tutta la vita è respirare, mangiare e andare al cesso magari con qualcosa da leggere in mano che non sia il Tuttosport; il resto è acqua che riempie i fossi, dove ancora esistono.

2 commenti:

  1. un libro assolutamente affascinante, dai toni forti, si, ma affascinante... all'interno uno spaccato della quotidiana vita nei Tribunali italiani, tra grigiore ed indifferenza... e, soprattutto, indifferenza verso persone che, a volte, sono solo vittime di un'assurda realtà... finale encomiabile degno della più alta letteratura italiana... da leggere tutto d'un fiato... a quando il prossimo testo? non vedo l'ora di leggerlo.... silvia

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  2. Un solo difetto: troppo corto, vorresti che non finisse mai, esemplari le descrizioni delle emozioni si rischia quasi di provarle, le digressioni poi,dalla trama madre,veramente affascinanti ed azzeccate,per una storia che ha così dell'incredibile. Insomma,nella lettura ,lo scrittore ti regala un periodo di evasione dalla tua vita,per un'altra,sicuramente più dura, ma che offre tanti spunti di riflessione.

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