giovedì 21 ottobre 2010

(...)vista con lo scrittore - Toni Carli

Musica - siouxsie - the last beat of my heart (ascolta mentre guardi)









1.Cosa si prova a scrivere frasi, pensieri che dalla propria mente attraverso
la carta si imprimono nella memoria di altri, che magari le fa sue e ne trae
ispirazione o una linea guida?



-Secondo me questa dovrebbe essere la massima aspirazione di uno scrittore.
Quando ti escono queste frasi, è come per il cercatore d'oro quando nel
setaccio si ritrova lo splendore di una pepita. L'incanto della lettura è tutto
lì, più della trama o del ritmo o di altre cose ancora. Se poi questa pepita la
puoi donare ad altri, è una soddisfazione che non ha prezzo.

2.Alla richiesta di una parola per i suoi fan Bob Dylan rispose al
giornalista: "Astronauta". Una parola per i suoi lettori?


-“Sguarnito” (da intendere come tipo giovanile, e non solo, del tempo ignorante
in cui viviamo)

3.Penso che fare la domanda giusta è di gran lunga migliore rispetto a dare
una risposta corretta. Qual'è la domanda che conta per lei?


-La domanda che conta è quella che non ci facciamo mai.

4.Un consiglio ad un aspirante scrittore?


-Come sai io mi diletto anche con la musica, in particolare con il pianoforte.
Ho studiato classica ma ho suonato jazz, con tutti i miei limiti. Come ogni
buon maestro di jazz insegna, la cosa migliore per imparare a suonare è
trascrivere gli assoli dai dischi. Io l'ho fatto, mettendoci del tempo, e ti
posso assicurare che non c'è di meglio. Ti aggiungo anche che da ragazzo
trascrivevo pagine e pagine di Marcel Proust sui miei diari. Li conservo
tuttora, e ti posso assicurare che non erano poche. Il mio consiglio, oltre a
leggere tanto, è questo ( non solo con Proust, ovviamente).

5.Ogni scrittore mette nei suoi libri parte di sé, ma anche l'aria che si
respira nel periodo e nel luogo dove vive. Lei che aria respira?


-L'aria che respiro qui l'ho inseguita dai tempi in cui, da giovane, mi
ribellavo al sistema, ed è la conseguenza di una ricerca che era già nell'aria
quando ventenne volevo andarmene dal nordest per trovare posti salubri,
colorati, profumati, lontani dall'inquinamento delle fabbriche, dal grigiore
della nebbia, dal lezzo dei democristiani. L'aria qui è pulita, e profuma di
bosco, nonostante tutto.

6.Come si trova un friulano in Toscana?


-Mi sento tutt'ora friulano al cento per cento, nonostante abbia vissuto più
in Toscana che in Friuli. Mi mancano alcune emozioni e alcuni paesaggi del mio
Friuli giovanile, e mi mancheranno sempre. Mi manca anche un po' la gente di
lì, che dopo più di trent'anni mi accoglie come se fossi ancora uno di loro. Io
vengo da un paese vicino a quello in cui è cresciuto Pasolini, praticamente a
un tiro di schioppo. Il nostro poeta friulano in una sua poesia scriveva: “O me
donzel! Jo i nas ta l'odòur che la ploja a suspira tai pras di erba viva... I
nas tal spieli de la roja”. Anch'io nasco nell'odore che la pioggia sospira dai
prati, e dallo specchio di un corso d'acqua che scorre accanto alla mia
gioventù (cit. dal libro che sto scrivendo sui miei anni settanta). Ma la
Toscana è la Toscana, è inutile girarci attorno. Chiunque si troverebbe bene,
anche i leghisti con l'ampolla in mano. Chiedere ai miei fratelli e amici
quando vengono qui a trovarmi. Anche se mi sento friulano, posso dire di aver
messo le mie radici in questo posto perchè le radici sono sempre un qualcosa
che uno si crea. Il sangue, l'etnia o il luogo dove si nasce c'entrano solo in
parte.

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